Su Libero Quotidiano compare un articolo elogiativo di Giuseppe Remuzzi: è direttore dell’Istituto Farmacologico Mario Negri, ed è considerato uno dei migliori ricercatori italiani. Secondo il quotidiano, rappresenterebbe una delle due categorie di medici che si sono distinti in questa pandemia da Coronavirus, verosimilmente la migliore: tralasciamo la parte sui medici “da salotto” così definiti, quelli che secondo la tesi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte avrebbe prevalentemente ascoltato minimizzando in prima battuta i rischi del contagio. Per celebrare Remuzzi, 71 anni che ha compiuto in ospedale, in prima linea contro il Covid-19, viene ricordata un’intervista di un paio di mesi fa nella quale il medico aveva previsto la riduzione della potenza del virus da metà maggio in avanti, parlando anche del termine dei contagi a giugno. Si dice che all’epoca si pensava che quelle previsioni potessero essere esagerate, invece ora paiono corrispondere al vero, tanto che qualcosa di simile l’ha detta anche Alberto Zangrillo.



BEPPE REMUZZI E LA PREVISIONE SUL CORONAVIRUS

Tra i passaggi del nuovo intervento di Remuzzi, quello secondo cui da dieci giorni non ci sono più persone che vengano ricoverate con difficoltà respiratorie: in pratica il Coronavirus non è più in grado di produrre la polmonite interstiziale, non ci sono ragioni per mantenere le scuole chiuse e i guanti non ci servono”. Se ormai per gli istituti scolastici si arriva comunque alla conclusione dell’anno (in certi casi), il messaggio generale è comunque quello di una pandemia che sta arrivando alla parola fine. Remuzzi ha effettuato la mappatura dei malati di Coronavirus durante i mesi in cui il contagio si diffondeva a macchia d’olio nel nostro Paese; si legge di come sia in possesso di un archivio di decessi, grazie al quale è in grado di studiare con precisione quali siano i rischi di mortalità suddividendo i casi in base al gruppo sanguigno, al sesso, alle caratteristiche genetiche ma anche agli stili di vita e alla zona di provenienza.



Secondo la tesi di Libero Quotidiano tuttavia, medici come Beppe Remuzzi (che già a metà maggio diceva a TgCom come il Coronavirus fosse meno grave) non sono ascoltati: è una sorta di attacco al Governo, si cita ancora il premier Conte che, “quando i medici accerchiati lanciavano gli allarmi, si faceva forte della loro disperazione per imporre chiusure totali. Adesso invece stanno uscendo sempre più dati positivi che portano realmente a pensare ad una situazione nettamente migliorata, ma il presidente del Consiglio segue il ritornello secondo il quale “la scienza deve essere sottomessa alla politica, unica abilitata a decidere”. Dunque la teoria sarebbe questa: lasciar lavorare in silenzio quei medici che sono stati in prima linea contro il Coronavirus e hanno lavorato giorno e notte anche solo per capire in che modo si diffondesse la pandemia. Ora, le previsioni di Remuzzi si stanno realmente avvicinando alla realtà e dunque vedremo se la curva dei contagi continuerà a calare.

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