«Ok dare fondi al Sud, ma solo se li sanno spendere»: è netto e schietto il messaggio lanciato da Giuseppe Sala, sindaco di Milano, nel video dibattito online “Le risorse per lo sviluppo e la coesione dell’Italia” organizzato oggi dal Partito Democratico. Il sindaco, già candidato al secondo mandato per le Comunali 2021, ha provato a spiegare la sua visione sul delicato tema delle risorse da destinare per il Recovery Fund: «Non ho nulla in contrario che vengano date più risorse al Mezzogiorno, ma è imprescindibile che ci sia preventivamente una dimostrazione del fatto che poi ci sono strutture atte al buon uso di queste risorse». Fare delle gare pubbliche, secondo la visione del sindaco già manager di Expo, significa anche «sapere come gestirle. Altrimenti ci ritroveremo ancora allo stesso punto. La nuova stagione (dei fondi europei, ndr) deve essere di visione politica ma anche di rapido riadattamento delle strutture».
SALA E LA “SFIDA” AL SUD
Il senso delle parole di Sala riguarda sia un nodo politico – ‘stilettata’ al Governo Conte nei giorni dell’impasse sul Recovery Plan – sia un discorso di particolare importanza per lo sviluppo del Mezzogiorno: «Dobbiamo stare attenti a una cosa – ha spiegato Sala -, se abbiamo strutture, e penso per esempio alle strutture tecniche dei Ministeri, a cui per anni abbiamo detto che la regola era risparmiare e tagliare, è chiaro che abbiamo avuto un depauperamento di professionalità». Concludendo l’intervento al dibattito online dl pd, Sala annuncia di aver chiesto alla Presidente della Commissione Ue Von der Leyen, all’Europarlamento e al Consiglio Europeo «destinare il 10% dei fondi alle città metropolitane, ma non è un fatto di appropriazione (…). Le città non hanno mai perso la capacità di investire in progetti (attraverso gare pubbliche, ndr). Ovvio che le città devono comunque rispettare le scelte alte fatte nel nostro Paese». La sfida-polemica sollevata da Beppe Sala fa il paio con il tema delle “gabbie salariali” in merito agli stipendi nella Pubblica Amministrazione, discusso lo scorso 12 luglio: «è chiaro che se un dipendente pubblico, a parità di ruolo, guadagna gli stessi soldi a Milano e a Reggio Calabria, è intrinsecamente sbagliato, perché il costo della vita in quelle due realtà è diverso», spiegava il sindaco milanese durante una diretta social della pagina “InOltre-Alternativa”. In quell’occasione era stato però il suo stesso compagno di partito, il Ministro Enzo Amendola a prendere le distanze «gabbie salariali? Discussione arcaica, non serve a nulla».