«Col cambio di assessore si certifica il fallimento. La Lombardia è ora commissariata dai partiti»: parole durissime (e da piena campagna elettorale già in anticipo) quelle del sindaco di Milano Giuseppe Sala, candidato al secondo mandato nelle Comunali della prossima Primavera (pandemia permettendo, ndr). Nell’intervista odierna a Repubblica l’esponente Pd critica la scelta di Regione Lombardia non tanto di aver cambiato Giulio Gallera – dallo stesso sindaco più volte contestato per il suo operato nel corso degli scorsi mesi – ma per l’ipotesi di “accordo” tra Lega e Forza Italia sull’arrivo di Letizia Moratti e sui possibili candidati a sindaco di Milano per le Comunali. «Che si tratti di un fallimento l’han capito tutti, di fatto stiamo assistendo a un vero e proprio commissariamento che la Regione subisce dai leader nazionali dei partiti che la governano», attacca Sala criticando il “commissariamento” della giunta Fontana operata, secondo lui, con il bene placito di Salvini, Giorgetti e Berlusconi.



LO SFIDANTE DI BEPPE SALA: “DIKTAT DALLA LEGA…”

Eppure ieri la neo-assessore al Welfare-Sanità di Regione Lombardia, nonché ex sindaca di Milano Letizia Moratti, ha speso parole di stima e apprezzamento per Giuseppe Sala: «Non l’ho sentito, mi ha mandato un messaggio ma sicuramente avrà i suoi impegni e lo sentirò. Collegarmi con i sindaci dei capoluoghi è un mio dovere istituzionale». Tra i diversi retroscena si dice però che l’arrivo di Moratti proietti l’obiettivo del Centrodestra anche su un futuro accordo per il candidato a sfidare Sala per Palazzo Marino: se infatti per Forza Italia il ruolo di vicepresidente lombarda potrebbe essere trampolino di lancio per la guida della Regione post-Fontana (Regionali 2023), alla Lega potrebbe toccare la scelta sul candidato milanese, e qui il nome del manager-giornalista Roberto Rasia Dal Polo si continua a fare negli ambienti del Carroccio.



FI e Meloni non sono convinti però, visto che potrebbe servire un nome più “noto” per contrastare i 5 anni di Sala a Milano: «il mio avversario per guidare la città subirà i diktat di Salvini, come in Regione», è la condanna politica del sindaco uscente. Di contro, si fa sempre più a “sinistra” (e meno con il M5s) la composizione delle liste in appoggio di Beppe Sala sindaco anche 2022-2027: «lavoro con i Verdi», ha ribadito ancora a Repubblica l’ex manager Expo, confermando quanto sottolineato giorni fa dopo l’incontro con la rappresentanza ambientalista a Palazzo Marino, «Perché si presentino nella mia lista è necessaria una condivisione di programma, che è esattamente l’esercizio che si sta facendo. È chiaro che in passato anche da parte mia c’è stata qualche asprezza, qualche tono più alto del necessario, ma questa è la politica. Il problema è condividere un percorso. Credo che al di là di tutto dobbiamo provarci, per sentire l’obbligo morale di fare qualcosa insieme per l’ambiente».

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