Per un “Grillo-esperto” come Gianni Barbacetto la notizia degli scorsi giorni dell’incontro a Marina di Bibbona tra i due “Beppe” – Grillo e Sala, sindaco di Milano – ha una spiegazione tutt’altro che politica: secondo Il Fatto Quotidiano, a firma Barbacetto, quell’incontro confermato dal politico Pd non significava un tentato accordo di alleanza per le prossime Elezioni Comunali Milano 2021, bensì tutta un’altra strategia comune. «Sala chiede a Grillo la guida della Tim-2», spiega il Fatto nel retroscena che lega dunque l’ex manager Expo come principale candidato alla guida della “nuova” Tim che Beppe Grillo ha richiamato nel suo ultimo manifesto-piano per il futuro della politica e tecnologia in Italia. Sala dunque avrebbe avuto ragione nel confermare ai social di non aver parlato di politica, per lo più della eventual ricandidatura a Milano con l’appoggio M5s: secondo Barbacetto il sindaco non correrà per il secondo mandato, bensì «punta invece a un posto manageriale nazionale. Alla guida della società pubblica che potrebbe nascere da Telecom Italia per gestire la rete e le infrastrutture telefoniche. Posto irraggiungibile, senza l’ok dei Cinquestelle». Nel criptico video-manifesto lanciato giorni fa dal fondatore 5Stelle secondo il Fatto va riletto alla luce di questo incontro: Telecom Italia va spezzata in due società, come ribadito dall’ex comico «Bisogna dividere i servizi dalle infrastrutture, creando finalmente due società separate. La prima società sarà focalizzata sulle attività commerciali e dei servizi verso i clienti finali. La seconda società sarà proprietaria di tutte le infrastrutture che comprendono: le torri di Inwit, la rete mobile (incluso il 5G), i data center, il cloud, la rete internazionale di Sparkle e la società sulla fibra derivante dall’integrazione della rete fissa di Telecom con quella di Open Fiber».



BEPPE SALA E IL FUTURO IN TIM

La prima società di Tim dovrebbe mantenere gli assetti proprietari attuali ma sotto la guida di un investitore francese (Vivendi?), la seconda invece – rivela il Fatto Quotidiano – «dovrà invece essere saldamente controllata dalla mano pubblica. È qui che vorrebbe planare Sala, diventando uno dei manager più strategici del Paese». A confermare la volontà di Sala di non candidarsi per il secondo mandato a sindaco di Milano viene confermato al Fatto anche dalla ex vicensindaco di Pisapia e oggi avvocato di Renzi in Italia Viva, Ada Lucia De Cesaris «strano virus che colpisce i sindaci al secondo mandato a Milano. Non capisco cosa impedisca di buttarsi a capofitto per dimostrare la grandezza e la capacità della nostra amata città». Secondo però la “lettura” del Fatto lo strano virus sarebbe da spiegarsi in realtà con quel «MilanoNonSiFerma» durante la pre-Fase 1 del Covid-19 che ha indebolito la narrazione di Sala in una Milano in eterna espansione: «per Sala, la ricandidatura per il secondo mandato a Palazzo Marino è soltanto una scelta residuale, che scatterà nel caso non riesca a raggiungere il nuovo obiettivo». Barbacetto ritiene dunque che la visita agostana a casa di Grillo valga bene per Beppe Sala una potenziale candidatura futura al nuovo colosso delle telecomunicazioni in Italia: del resto è già stato manager Telecom nel 2005 oltre che direttore generale nella società nata da fusione Tim e Telecom Italia. Sarebbe dunque una sorta di “ritorno al passato”: non resta che aspettare il post-Covid e attendere la scelta, a naso – come detto dallo stesso Sala – la decisione sul secondo mandato arriverà in autunno.

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