Nuove polemiche contro il sindaco di Milano Giuseppe Sala, anche se questa volta il Covid, la movida sui Navigli o lo smart working non c’entrano nulla: in una diretta social sulla pagina di InOltre-Alternativa progressista (un canale dei giovani dem) il sindaco Pd discuteva di costo della vita e forti difficoltà dei giovani ad entrare nella vita adulta per via di un lavoro spesso precario e con stipendi minimi. Ecco che arriva la frase “incriminata” con i social (e la politica) poi scatenati contro Sala ancora per tutta la giornata di oggi: «è chiaro che se un dipendente pubblico, a parità di ruolo, guadagna gli stessi soldi a Milano e a Reggio Calabria, è intrinsecamente sbagliato, perché il costo della vita in quelle due realtà è diverso». La premessa fatta da Beppe Sala era il discorso “difficile da fare e da accettare” ed è esattamente stato così una volta pronunciato: l’idea di riammettere le “gabbie salariali” tra Nord e Sud viene del tutto bocciata praticamente da tutti i gruppi politici con il sindaco di Milano che resta così “isolato” dopo l’uscita mal gradita da diverse schiere della società.



TUTTI CONTRO BEPPE SALA

«Le ultime parole di Beppe Sala sono a dir poco allucinanti. Per il sindaco di Milano, che per giunta è un autorevole esponente del progressismo nazionale, dovrebbero esistere due Italie, in ognuna delle quali il lavoro dovrebbe avere un certo grado di dignità: alto al Nord, basso al Sud. E’ inaccettabile» attacca la deputata del M5s Federica Dieni, aggiungendo «Le gabbie salariali, peraltro, laddove sono state istituite, non hanno prodotto alcun risultato. Sala, anziché blaterare in modo discriminatorio, dovrebbe accettare il fatto che, a parità di lavoro, spetta parità di retribuzione». Contro Sala anche Fratelli d’Italia con la deputata Wanda Ferro che attacca «Non ci meraviglia che da sinistra vengano proposte ricette economiche che coincidono con quelle che la grande finanza internazionale cerca di imporre all’Italia. Chissà se quella di Sala è una posizione condivisa dal governo».



Ma è anche il Pd a prendere distanza dal suo stesso sindaco di Milano: «gabbie salariali? Discussione arcaica, non serve a nulla» spiega il Ministro del Sud Giuseppe Provenzano e gli fa eco il collega degli Affari Europei Enzo Amendola, «La proposta che ho letto non è una scelta condivisa, non solo dalla politica, ma dai sindacati. La Pubblica amministrazione deve essere trasformata, e con il decreto semplificazioni stiamo lavorando per eliminare i ritardi, le burocrazie, ma è una responsabilità nazionale, non delle singole parti del Paese». Infine, condanna anche dai renziani di Italia Viva, in particolare il senatore Ernesto Magorno: «I lavoratori calabresi hanno pari dignità di quelli lombardi e di tutti i lavoratori del Nord. E’ davvero senza senso alimentare certe contrapposizioni: solo uniti riusciremo a superare questa difficile fase».