Beppe Sala, in una lunga intervista a La Stampa, non le manda a dire su Elly Schlein. Il sindaco di Milano pone l’accento sulle contraddizioni della segreteria nazionale del Partito Democratico: “Deve essere chiara su come la pensa. Non si può tenere il piede in due scarpe”. Sul rapporto complicato con i 5 Stelle prosegue: “In una chat dei sindaci è stato fatto notare che ci sono almeno sette punti programmatici dei Cinquestelle in cui il Pd ha votato in maniera diversa. Bisogna cercare le convergenze ma bisogna prima essere chiari su come stare insieme, cercando di capire se ci siano le condizioni”. Secondo il primo cittadino, “Il problema vero è rendere questo Paese contendibile e capire se il Partito democratico ha la sensibilità per parlare un linguaggio unico senza cercare doppie vie”.



Nell’intervista, Sala prosegue: “La gente non ci  perdona il fatto di cercare di tenere il piede in due scarpe. E poi ci sono temi che sono etici: è etico o non etico inviare armi all’Ucraina? Ma quando decidi non puoi più esitare”. Parlando invece di Grillo, “Non dico che non bisognava andare alla manifestazione dei cinquestelle e conosco cosi bene Beppe Grillo da capire che le sue parole sono delle provocazioni, ma in momenti cosi delicati dove non si capisce la differenza tra verità e fake news non va bene aggiungere l’entropia di un dibattito inutile”.



Beppe Sala: “No al partito dei sindaci ma…”

Per Beppe Sala, nell’intervista a La Stampa, anche un commento sulla riforma della giustizia e in particolare sull’abolizione dell’abuso d’ufficio: “I numeri parlano chiaro visto che le condanne più i patteggiamenti rappresentano il 3 per cento dei processi avviati. Viene veramente spontaneo dire che è una legge che non ha senso e di questo ne ho parlato anche all’interno del Partito Democratico. E credo che il Pd avrebbe dovuto anche su questo tema ascoltare molto di più i sindaci”.

Secondo il sindaco di Milano, il Partito Democratico guidato da Elly Schlein rischia di non essere competitivo: “Non credo che in Italia serva un partito dei sindaci ma i sindaci hanno un’esperienza che può servire molto. La vera domanda che riguarda il Partito democratico è un’altra: cosa bisogna fare per rendere contendibile questo Paese? C’è uno spazio di elettorato moderato che non è occupato e se anche il Pd prendesse il 23 alle prossime elezioni europee saremmo molto lontani da una prospettiva di insieme che ci consenta di poter governare. Serve davvero qualcos’altro”.