Si va verso la riapertura delle scuole il 7 gennaio, per lo meno in Lombardia. Lo ha fatto chiaramente capire il sindaco di Milano, Beppe Sala, che si è detto fiducioso in vista della fatidica data. Parlando con i giornalisti quest’oggi, a margine di un evento per l’inaugurazione di un’area verde nel capoluogo lombardo, nei pressi della Fondazione Feltrinelli, ha spiegato: “Fiducioso per la riapertura delle scuole il 7 gennaio? Sì, ieri Fontana ha mandato contemporaneamente anche una lettera al governo dopo aver discusso con tutti noi sindaci e nella lettera si parte con un’ipotesi del 50% di didattica in presenza, fino a salire al 75%. Io non credo che 50 o 75 faccia la differenza – ha aggiunto il primo cittadino di Milano, Beppe Sala – va benissimo farlo anche in maniera progressiva. Il 75% deve essere l’obiettivo”.



Ovviamente ci sarà da risolvere il nodo trasporti e per questo vi è una trattativa in corso con i commercianti per un’apertura dei negozi dopo le 10: “Il tema vero è l’affollamento dei trasporti. Abbiamo pensato di intervenire da quel punto di vista e di intervenire anche nell’accordo con i commercianti, perché aprano dopo le 10. Questo mi sembra un segno positivo”.



BEPPE SALA: “SCUOLE A MILANO RIAPERTE IL 7/1”. LE INDICAZIONI DI FONTANA

Proprio ieri, durante la conferenza stampa di fine anno in Regione Lombardia, il presidente Attilio Fontana aveva anticipato quanto poi confermato oggi da Beppe Sala: “Siamo pronti ad affrontare dove necessario la presenza al 75% ma sottolineiamo l’opportunità che si inizi almeno per i primi periodi con una presenza del 50%. In attesa di realizzare alcuni interventi – aveva spiegato – sarebbe opportuno un inizio graduale”. Fontana aveva invitato il governo a dilatare le attività lavorative: “Dato che questo dev’essere fatto solo a livello centrale”. Il mondo politico sembrerebbe essere abbastanza compatto sulla riapertura della scuola a gennaio, un po’ meno quello scientifico che appare piuttosto diviso sul tema.

Leggi anche

TRA CENTRO E SINISTRA/ Il pendolo-Berlusconi fra l’Ulivo di Prodi e la “federazione Sala”