Sindaco di una delle città più colpite dall’emergenza coronavirus, Beppe Sala da tre mesi è in prima linea per contrastare l’epidemia ed i suoi risvolti sull’economia. Il primo cittadino di Milano ha pubblicato il libro “Società: per azioni” ed ai microfoni del Corriere della Sera ha spiegato che, dopo la brutta caduta causata dal lockdown, la città sta rispondendo bene: «Ogni giorno riapre un cantiere. Abbiamo fatto un accordo con Wizz Air, che ha scelto Malpensa come hub per l’Europa del Sud: con l’indotto sono mille posti di lavoro. Ma molti di più rischiano di saltare, con il blocco del turismo, che impiegherà due anni a riprendersi. Dobbiamo inventarci di tutto per non perdere i giovani. Milano è una delle più grandi città universitarie al mondo, con 200 mila studenti. Ma Milano è una città costosa. I ragazzi vengono anche perché sanno che poi trovano lavoro. Dobbiamo far sì che restino».
BEPPE SALA: “SERVE NUOVO SOCIALISMO”
Nella lunga intervista rilascata ad Aldo Cazzullo, Beppe Sala ha spiegato di non voler abbattere il sistema, di volerlo cambiare,a partire dal recupero di idee e parole relegate nel passato: «Se credo in un nuovo socialismo? Sì. Ricordo quando in tv assistetti alla fine del socialismo italiano: la scena delle monetine fuori dal Raphael». Beppe Sala ha poi promosso il premier Conte – «sta facendo più di quanto ci si poteva attendere da una persona che ha esordito in politica da premier» – ma ha ammesso di avere idee diverse sul governo…
Il sindaco di Milano pensa infatti ad un nuovo esecutivo guidato da Giuseppe Conte ma con nuovi ministri: «Credo sia inevitabile. Ogni partito deve mettere in campo i migliori: non necessariamente tecnici; persone che abbiano una storia alle spalle, che abbiano gestito organizzazioni complesse. Vale per i 5 Stelle, ma anche per il Pd. Io cosa farò? Il sindaco, ovviamente».