Era l’1 giugno del 2011 quando Beppe Signori veniva arrestato per il calcio scommesse; due mesi dopo la seconda mazzata, radiato dalla giustizia sportiva. Dopo dieci anni, nel 2021, l’ex bomber di Lazio e Bologna è stato assolto con la formula piena perchè “il fatto non sussiste”. Esiste quindi un prima e un dopo per Beppe Signori, lo spartiacque è proprio quel due giugno di 11 anni fa, e l’ex giocatore ha voluto raccontare il dramma vissuto in un docufilm. “Ora guardo avanti e voglio allenare”, racconta il 54enne parlando con i microfoni de Il Tempo dal Biografilm Festival, dove stasera verrà proiettato in anteprima “Fuorigioco”, appunto il racconto del suo incubo. “Ho passato dieci anni di inferno. Questa è la mia rivincita. Oggi posso gridare al mondo intero di essere innocente”, spiega l’ex laziale e rossoblu. Signori non ha ancora visto il suo film: “Sono curioso, so già che mi emozionerà. E vorrei facesse lo stesso effetto al pubblico. La mia – continua – è la storia di un uomo, in questo caso un calciatore, che finisce in un tritacarne giudiziario, ma sarebbe potuta essere anche quella di una persona comune. Spero lasci un ricordo positivo nonostante la mia sofferenza”.

L’attaccante racconta di aver trovato la forza per affrontare questo ingiusto calvario, nella famiglia e negli amici: “Ho passato momenti davvero difficili – spiega ancora – ho avuto anche un’embolia polmonare e ho rischiato la vita”. Quindi Signori ha ricordato: “Quando giocavo a calcio non volevo mai perdere neppure un’amichevole, figuriamoci una partita così importante. Mi sono sentito fuorigioco ma ho continuato a lottare”.

BEPPE SIGNORI E LA GOGNA MEDIATICA: “NESSUN TITOLONE QUANDO MI HANNO ASSOLTO”

Sulla gogna mediatica Signori ricorda: “Quando sono arrestato i media mi hanno definito uno dei più grandi scommettitori della storia, ma quando mi hanno dichiarato innocente non ho visto alcun titolone”. Sulle amicizie dopo i fatti: “Le persone che mi auguravano mi seguissero in questo lungo percorso mi sono rimaste vicine, meglio pochi ma buoni”. In ogni caso, Beppe Signori ha ancora fiducia nella giustizia: “Anche se dieci anni per sentirsi dire che il fatto non sussiste sono eccessivi”. Oggi Beppe Signore dice di sentirsi più maturo anche grazie agli errori commessi. “Se mi sono trovato in una situazione così di certo è perchè ho fatto degli sbagli di valutazione e frequentazioni”.

Ma in ogni caso: “Non mi devo vergognare di nulla, cosa che ho patito i primi mesi dopo l’arresto in cui avevo anche pensieri negativi. Oggi sono felice – ribadisce – e quello che voglio fare è allenare”. Il calcio “Era la mia vita”, ricorda ancora il bomber “Mi è mancata anche solo l’erba del campo”. Le opinioni nei suoi confronti sembrano comunque ancora arroccate su vecchi pregiudizi: “Questa vicenda si è chiusa un anno fa e da allora non è che abbia ricevuto chissà quali proposte ma mi rendo conto delle difficoltà”. E nel caso non arrivasse alcuna offerta interessante niente paura: “Ho il progetto di un’accademia per ragazzi perchè penso che i settori giovanili negli ultimi anni siano stayi un po’ abbandonati. Parto da Miami per poi arrivare in Italia”.