Beppe Signori, storico calciatore italiano, è stato intervistato in esclusiva da Giovanni Terzi per il quotidiano “Libero”, sulle cui colonne l’ex attaccante, tra le altre, di Lazio e Bologna ha ripercorso le tappe principali della sua carriera: dal primo gol in Serie A, nel 1991, ai Mondiali di Usa 1994 con gli Azzurri del ct Arrigo Sacchi, che ricorda con grande rammarico, in quanto la nostra Nazionale fu ad un passo dalla vittoria della competizione, nonostante un avvio tremendo e il ripescaggio al termine del girone di qualificazione.



Da quel momento, la truppa italiana si riprese e arrivò in finale contro il Brasile, perdendo ai calci di rigore per effetto degli errori dagli undici metri di Baresi, Massaro e Roberto Baggio, uno che, in carriera, di tiri dal dischetto ne ha sbagliati davvero pochi. Secondo Signori, non sono molte le analogie tra quel gruppo e l’Italia di Roberto Mancini che ha appena vinto gli Europei 2020: “Questa Italia è partita molto bene, con la consapevolezza delle proprie forze. Mancini ha avuto la capacità di ricreare e ricostruire un gruppo che, dopo Totti e Del Piero, si era sfilacciato, facendosi male da solo”. Determinante è stata anche l’opera di ricostruzione dell’entusiasmo tra la gente, con il gruppo a fare da leader: “Ogni giocatore, quando chiamato a rispondere, dava il meglio di sé e diventava indispensabile: Locatelli è entrato e ha segnato una doppietta decisiva. Stessa cosa Chiesa, Berardi, Pessina. Immobile è stato decisivo anche tornando in difesa e giocando con umiltà, senza parlare di Spinazzola che fino all’infortunio ho considerato il miglior giocatore degli Europei”.



BEPPE SIGNORI: “I MONDIALI A DUBAI? PER L’ITALIA SARÀ UN DISCORSO DIVERSO”

Beppe Signori, su “Libero”, ha poi rammentato che fra un anno ci saranno i Mondiali a Dubai, che però costituiscono, a suo dire, una storia a parte, in quanto Nazionali come Germania, Spagna o Francia non sono mai veramente in crisi e a queste occorre aggiungere le sudamericane, come Argentina, Brasile, Colombia: “Tra un anno sarà tutto diverso, ma con questo gruppo credo che potremo dire sempre la nostra”.

Impossibile, poi, non fare riferimento alle vicende personali di Beppe Signori, che il 1° giugno 2011 venne arrestato, venendo riabilitato dalla Figc dieci anni più tardi. Un periodo di tempo lunghissimo e durissimo, “soprattutto all’inizio, dove sono entrato mio malgrado in un tritacarne mediatico impressionante. Sono stato molto male, perché sapevo della mia totale estraneità ai fatti. Di questa indagine che vedeva 135 imputati hanno fatto prescrivere tutto senza mai andare a processo”. Signori, però, ha rinunciato alla prescrizione, pur conoscendo i rischi che correva, in quanto voleva che si celebrasse nei tribunali il contraddittorio tra accusa e difesa. “Abbiamo vinto e questa è stata una grande gioia. Ai miei figli ho detto che, se prima mi stimavano come il calciatore Signori, adesso dovevano credere in papà Beppe. Così è stato”.



BEPPE SIGNORI: “DUE ANNI FA STAVO MORENDO”

Sempre su “Libero”, Beppe Signori ha reso noto che la sua famiglia si è rivelata la sua vera forza per affrontare ogni criticità e superare gli stress, anche se due anni fa “mi hanno preso all’ultimo momento per un’embolia cerebrale. Per fortuna ero già in ospedale a Bologna e si sono accorti immediatamente di cosa stava accadendo. Lo stress di dieci anni di ingiustizia ti fa davvero del male profondamente”. Oltretutto, recentemente Signori e famiglia hanno contratto il Coronavirus, fortunatamente senza gravi conseguenze e in modo leggero, anche se la preoccupazione maggiore dell’ex attaccante era rivolta ai suoi genitori, che vivono ad Alzano Lombardo, uno degli epicentri della pandemia.

Adesso, per lui è tempo di pianificare il futuro e iniziare a riprendersi ciò che gli è stato negato per un decennio: “Intanto faccio il padre di sei bellissimi figli e non è cosa da poco, ma certamente il mio sogno sarebbe quello di riprendere ad allenare una squadra di calcio”. Chissà che presto questo non possa accadere e i tifosi sugli spalti, Coronavirus permettendo, non possano apprezzare il ritorno di Signori su un manto erboso, anche se con giacca e cravatta addosso: sarebbe un bel tuffo all’indietro nel tempo.