BEPPINO ENGLARO: “SONO IN PACE PERCHÈ ELUANA HA VINTO”

«Grazie a mia figlia è nata una legge. L’Eluana di turno, oggi, ha la possibilità di non farsi intrappolare né nei meccanismi clinici, né nei meccanismi giuridici. Una svolta»: così parla Beppino Englaro nell’intervista – anticipata e pubblicata da “La Repubblica” – che andrà in onda nella puntata de “La Scelta” di Ezio Mauro questa sera (Rai 3 ore 23.15). Il prossimo 9 febbraio saranno 14 anni della morte di Eluana Englaro nella clinica “La Quiete” di Udine, una scelta per fermo volere di papà Beppino sul destino della figlia da 17 anni costretta ad uno stato vegetativo molto grave.



Durante la trasmissione Rai, il papà di Eluana Englaro torna su quei seimila giorni «di inferno» per ottenere la volontà di fermare la nutrizione della figlia disabile: «Non sarei stato in pace se non avessi portato a termine il rispetto delle convinzioni di mia figlia. L’unico modo per me di trovare pace era quello di rimanere fedele alla sua testimonianza di vita, alle sue idee: alla scelta di Eluana». La figlia, racconta ancora Beppino davanti ad Ezio Mauro, lo aveva ripetuto più volte prima di quel drammatico incidente del 1992: «non voleva vivere attaccata ad un macchinario. Soprattutto nei giorni dell’incidente del suo amico Alessandro, soprannominato “Furia”, perché era un ragazzo veramente incontenibile. Quando lei lo ha visto imbrigliato nei meccanismi estremi della rianimazione, ci ha ammoniti: “Non a me, ricordatevelo”».



LA LETTERA DI ELUANA E LA SCELTA DI NON ANDARE AL FUNERALE: PARLA BEPPINO ENGLARO CHE POI “SFIDA” I CATTOLICI

Beppino Englaro confida a Mauro il motivo per non essersi presentato al funerale della figlia Eluana nel febbraio 2009: «ho preferito stare accanto alla creatura splendida che ha amato sua figlia con tutta se stessa: la madre di Eluana (Saturna, morta nel 2015 dopo una lunga malattia, ndr)». Secondo il ricordo di Beppino, chi si era spesa più di tutti per provare a salvare Eluana nei primi tempi dopo il coma era stata proprio la moglie: «La più grande espressione d’amore per Eluana infatti è stata la madre, che si è consumata come una candela, si è ammalata di cancro ed è rimasta sempre accanto alla figlia fino alla fine di se stessa: non ha neanche potuto rendersi conto della morte di Eluana. Il prezzo per salvaguardare la nostra libertà e la nostra dignità è enorme, ma se necessario va pagato».



Davanti alla domanda di Ezio Mauro, in merito a come sia arrivato alla concezione che una vita senza coscienza non ha senso, Beppino Englaro sottolinea come l’intera sua famiglia – Eluana compresa – erano concordi sulla stessa posizione, «la vita è libertà di vivere, non una condanna». Da qui la battaglia contro lo Stato per interrompere la nutrizione di Eluana, racconta ancora il padre: «non ci hanno dato scampo. Noi rivendicavamo una libertà, un diritto fondamentale. Ma eravamo come due randagi che abbaiavano alla luna, e abbiamo preso atto che la medicina non serve la persona, ma è al servizio della non morte. Davanti a uno stato vegetativo permanente, dice che non è né una morte celebrale né uno stadio terminale; per i medici quella è vita a tutti gli effetti». Da ultimo una “sfida” piuttosto aspra quella che Beppino Englaro lancia a tutti i cattolici, non solo chi in quegli anni provò a convincere che lasciar morire Eluana non fosse la soluzione: «“inconcepibile uccidere una persona in queste condizioni” (diceva il Cardinale Barragan nel 2000, ndr)? Questa è la posizione dei cattolici. Loro hanno il Vangelo, noi abbiamo la Costituzione, rivendichiamo libertà e diritti fondamentali. Quindi massimo rispetto per i loro valori. Ma mi aspettavo lo stesso rispetto per i valori di una Repubblica laica».