Bergamo: arrestato un 22enne egiziano che progettava un attentato in una chiesa cattolica

Partendo dall’imam di Bologna espulso nei giorni scorsi (ve ne avevamo parlato in quest’altro articolo), arrivando fino all’egiziano 22enne che aveva – presumibilmente – organizzato un attentato in quel di Bergamo, la trasmissione Fuori dal Coro condotta da Mario Giordano per conto di Rete 4 è tornato a parlare dell’islam violento che vorrebbe sottomettere tutto l’occidente ai dettami del Corano: il focus – quasi naturalmente – è stato posto sul 22enne egiziano che aveva attirato le attenzioni degli inquirenti grazie ad alcuni messaggi condivisi sui social nell’ultimo periodo.



L’indagine degli inquirenti di Bergamo è stata rapidissima, perché – rivela sempre Fuori dal Coro – solo recentemente erano riusciti ad intercettare una telefonata in cui (parlando con un amico) aveva detto che mancavano “due e tre mesi” al momento in cui avrebbe colpito gli infedeli; mentre in un’altra conversazione si era interrogato su cosa sarebbe successo se avesse provato “ad infilare [un] coltello nella carne di quelle persone vestite di nero”, riferendosi ai vescovi che vedeva passare davanti al posto di lavoro a poche centinaia di metri dalla chiesa che progettava di colpire.



Sulla figura dell’egiziano fermato a Bergamo non sappiamo un granché al di là del fatto che era arrivato regolarmente in Italia due anni fa e che il suo permesso di soggiorno sarebbe scaduto a breve, mentre nel frattempo è stato accertato il suo proselitismo alle cause violente dell’Islam (che, diceva, gli avrebbero riservato “un posto in Paradiso”): non è noto se avrebbe effettivamente colpito la chiesa, ma per scongiurare la peggiore delle ipotesi gli inquirenti sono intervenuti tempestivamente e l’hanno bloccato.

Alto Garda del Trentino: condannato a 4 anni il chimico kosovaro che aveva giurato fedeltà all’Isis

Nel frattempo che si concludeva l’arresto del 22enne egiziano a Bergamo, poco più in là – precisamente nell’Alto Garda del Trentino – è stata impartita la condanna ai danni di Mines Hodza, un 23enne kosovaro arrestato nel 2022 con l’accusa di associazione con finalità terroristica e detenzione di materiali esplosivi: dovrà passare (su decisione del giudice) almeno 4 anni in carcere, mentre anche il suo arresto – come nel caso bergamasco del 22enne – era arrivato in seguito ad un’intercettazione in cui confessava di voler buttare “una bomba in chiesa” per colpire e punire “i maledetti cristiani”.



A casa del kosovaro gli inquirenti avevano trovato ingenti quantità di composti chimici che mescolati assieme gli avrebbero permesso di creare il cosiddetto Tatp protagonista di decine e decine di attentati in tutta Europa reperito illegalmente sul deep web; il tutto dopo che pochi anni prima dell’arresto aveva anche fieramente giurato fedeltà all’Isis, dando il via ad una vera e propria campagna di reclutamento sul nostro territorio.