Nel 1983 un gruppo di appassionati e critici, legati a una delle più importanti e ancora esistente  rivista cinematografica, Cineforum (per capirci: quella che Nanni Moretti legge in Ecce Bombo) e aderenti alla FIC-Federazione Italiana Cineforum, allora la più autorevole delle nove  Associazioni nazionali di Cultura cinematografica cui all’epoca erano associati migliaia di circoli del cinema, decisero di creare il Bergamo Film Meeting. Non fu certo casuale il fatto di non usare la parola festival nel nome della manifestazione. Nelle intenzioni dei fondatori si voleva sottolineare che il BFM doveva essere, non un evento da tappeti rossi, una passerella per le star, una vetrina per il lancio di film commerciali, ma un luogo di incontro per cinefili, appassionati e critici, dove scoprire nuovi autori, non solo di opere di finzione ma anche di documentari e di film di animazione, ma anche dove vedere l’intera produzione di autori ormai consacrati o meno noti ma sempre significativi.



Sono passati 40 anni e il BFM è ancora lì e ha rispettato le intenzioni dei suoi fondatori divenendo una delle più piacevoli manifestazioni cinematografiche da frequentare anche perché le sedi delle proiezioni sono incastonate in una città come Bergamo, che è già un gioiello e le cui dimensioni, contenute, evitano la possibilità di dispersioni, come può capitare nei festival organizzati a Torino, Bologna o Roma. 



Dopo l’edizione del 2020, che non c’è stata, quando Bergamo era l’epicentro della pandemia da Covid 19, e quella del 2021, completamente in streaming, perché non c’erano ancora le condizioni per fare la manifestazione in presenza, il BFM torna in sala, dal 26 marzo al 3 aprile, con un programma di 160 film, tra lungometraggi, documentari e corti. Già così il BFM risulta essere il terzo o quarto festival italiano per numero di film proposti, superato solo dal Festival di Torino e dal Cinema ritrovato di Bologna, che però è specializzato sul patrimonio cinematografico.  Ma non è una questione di quantità. Quello che distingue il BFM da altri festival è la qualità delle sue proposte. 



La sezione principale, Mostra Concorso, prevede 7 lungometraggi opere prime, selezionate con cura a livello internazionale. L’altra sezione principale, Visti da vicino, presenta 12 documentari. Per entrambe queste due sezioni ci sono premi, anche in denaro, assegnati dal pubblico e premi assegnati da una giuria internazionale presieduta da Volker Schlöndorff, e per i documentari da una giuria formata dai delegati sindacali della Cgil di Bergamo.

La sezione Europe Now, focalizzata sul cinema europeo contemporaneo, presenta le personali complete di due registi: la belga Patrice Toye e il bosniaco Danis Tanovicc. L’opera della Toye, autrice impegnata con incursioni nel surreale, è poco nota in Italia e quindi questa personale rappresenta un’occasione unica e imperdibile per conoscere le sue opere e incontrarla di persona. Tanovic, invece, è divenuto famoso quando nel 2004 vinse la Palma d’oro a Cannes con No Man’s Land , film che poi ottenne anche l’Oscar come miglior film straniero e l’EFA (Oscar europeo) per la sceneggiatura. Ma Tanovic non si è fermato lì e con questa personale si potranno scoprire sia i corti che i documentari degli esordi, sia le opere mature. In questa sezione verranno anche proiettati 12 cortometraggi scelti tra quelli prodotti nelle scuole europee di cinema. Sempre nell’ambito di Europe Now saranno organizzate  due giornate di incontri professionali sul tema della diffusione del film europeo che potranno essere anche seguite online tramite Zoom, previa iscrizione all’iniziativa.

La chicca di quest’anno è, però,  la retrospettiva completa di tutti i lungometraggi di Costa Gavras che, benché abbia quasi 90 anni, sarà presente di persona al BFM. 

Si tratta di un evento imperdibile. Costa Gavras, figlio di un ucraino e di una greca, ha dovuto rifugiarsi in Francia fin da ragazzo perché il padre, comunista, era impegnato nella guerra civile, iniziata in Grecia già nel 1943 e durata fino al 1949, tra comunisti e anticomunisti. Anche per le sue vicende personali, Costa Gavras è divenuto il regista che più di ogni altro ha denunciato con la macchina da presa le storture e gli abusi dei regimi palesemente dittatoriali, ma anche di quelli democratici. Così, oltre alle prime opere, praticamente sconosciute, si potranno vedere: Z-l’orgia del potere, ispirato all’assassinio del deputato greco di sinistra Lambrakis, film che rese il regista famoso in tutto il mondo; La Confessione, sulle purghe in un Paese comunista; L’Amerikano, sul sostegno degli Usa alle dittature latino-americane; Missing ambientato nel Cile di Pinochet, con un indimenticabile Jack Lemmon; Amen sulle posizioni ambigue del Vaticano nei confronti della Germania nazista; e tanti altri. Ma il film da non perdere assolutamente è l’ultimo girato dal regista, Adults in the room/Adulti nella stanza, del 2019, presentato ai festival di Venezia e di San Sebastian e poi divenuto un film praticamente invisibile. L’opera è ispirata al libro omonimo di Varoufakis, nel quale il ministro delle Finanze greco racconta come la Grecia e il suo popolo vennero messi in ginocchio dal memorandum, contenente impietosi obblighi di austerità, imposto dalla cosiddetta Troika, un’istituzione informale non democratica, come emerge drammaticamente nel film, formata dai rappresentanti del Fondo monetario internazionale, della Banca centrale europea (c’era anche Draghi) e della Commissione Ue. Il film dura oltre due ore ed è realizzato con pochi mezzi eppure tiene inchiodato lo spettatore alla poltrona. Non sappiamo se sarà l’ultimo film di Costa Gavras, ma, se lo fosse, sarebbe una degna conclusione per la carriera di un regista che ha dedicato tutta la vita all’impegno e alla denuncia delle iniquità commesse da chi ha il potere. 

La sempre preziosa sezione dedicata all’animazione presenta quest’anno, in anteprima mondiale, la personale dei due registi estoni Priit e Olga Pärn. Si tratta di 19 film, corti e mediometraggi, tutti realizzati con tecnica di animazione tradizionale. 

Per ricordare degnamente il 1983, l’anno nel quale venne creato il BFM, è stata istituita un’apposita sezione che ospiterà i migliori 12  film d’autore di quell’anno. Si potranno così vedere: Il fascino indiscreto del peccato, di Pedro Almodovar, che scandalizzò Venezia con le sue suore che consumavano LSD, allevavano tigri e scrivevano romanzi erotici; la prima volta di Sandrine Bonnaire in Ai nostri amori di Maurice Pialat; l’ultimo film di Robert Bresson, L’Argent; Delitto. Castigo di Aki Kaurismaki; il realistico ma poetico  La ballata di Narayama di Shohei Imamura; Dans la ville blanche di Alain Tanner, che ci porta in una favolosa Lisbona; l’ecologista Local Hero di Bill Forsythe; l’utopistico e soave La vita è un romanzo di Alain Resnais; il delizioso Pauline à la plage di Eric Rohmer; il femminista Lucida follia di Margarethe von Trotta.

Cult Movies è una sezione dedicata ai classici  nella quale verranno proiettati cinque film di una star della Golden Age, Cary Grant (Notorius, Ero uno sposo di guerra, Il magnifico scherzo, Operazione sottoveste, Intrigo internazionale).

Oltre a Kino Club, sezione di film per le scuole, sono previsti nel programma una sezione dedicata a incontri con l’arte contemporanea e saranno proiettati i film realizzati dall’artista Ugo Nespolo, presentati dal critico ed esperto di avanguardie Bruno di Marino.

Tra gli innumerevoli eventi, omaggi (immancabile a Pasolini), master class, incontri con gli autori, la presentazione della rassegna Orlando, prevista a Bergamo tra aprile e maggio, ecc. che avranno luogo durante il BFM vale veramente la pena di segnalare le anteprime di due film: lo stupefacente e rocambolesco film russo Il capitano Volkonogov è scappato di Aleksey Chupov e Natasha Merkulova, in concorso a Venezia nel 2021, in cui un capitano dei servizi di sicurezza, inquisito a sua volta, mentre scappa cerca di ottenere il perdono da almeno un parente delle sue vittime per evitare l’inferno, e  Il costruttore di foreste di Volker Schlöndorff, l’ultimo film del regista tedesco il cui protagonista ha inventato una tecnica per coltivare alberi nei deserti africani, ripristinando il suolo ma anche ridando speranza e dignità agli agricoltori. 

Per consentire anche a chi non può recarsi a Bergamo di seguire il BFM è stata prevista la possibilità di vedere i film online collegandosi alla piattaforma che è stata creata appositamente: bergamofilmmeeting.stream. Si potranno vedere i 7 film del Concorso ufficiale e i 12 documentari della sezione Visti da vicino. Si pagherà un biglietto di 6 euro per ogni film, che sarà disponibile per 48 ore in streaming. Per gli appassionati che vogliono vedere tutti i 19 film online possiamo suggerire di acquistare un abbonamento XL da 55 euro che consente l’accesso a tutte le sale ma anche a tutte le proiezioni online. Buone visioni.

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