L’emergenza Coronavirus a Bergamo è talmente grande che il Comune ha dovuto attivare due numeri di telefono ai quali i cittadini possono rivolgersi per sapere dove si trova la salma di un proprio caro e in quale città sia stata trasportata per la cremazione.

Questo il contenuto del tweet pubblicato dal Comune di Bergamo sul proprio profilo Twitter ufficiale: “In questi giorni di emergenza, è possibile sapere dove si trova la salma di un proprio caro in quale città è stata portata per la cremazione. Il #ComunediBergamo mette a disposizione i numeri 035.399514 e 035.399179 a coloro che cercano info sui cari deceduti residenti in città”. La notizia è drammatica: nel pieno della tragedia legata al Coronavirus, a Bergamo ai parenti di un defunto non resta altro da fare che chiamare un numero di telefono per scoprire almeno dove la salma del proprio caro è stata trasportata per la cremazione.



Questo messaggio non è una foto, ma ha la stessa potenza delle immagini dei camion militari che trasportano le bare per farci capire quanto grande sia la tragedia a Bergamo e dintorni; è dunque anche un richiamo al rispetto delle regole, nello sforzo collettivo richiesto a tutti i cittadini per superare nel più breve tempo possibile questa immane tragedia.



CORONAVIRUS BERGAMO, TELEFONO PER SAPERE DOVE SI TROVA UNA SALMA

Non solo però: l’attivazione di questi numeri è la conferma che in tempi di Coronavirus si muore tristemente soli, separati da tutti gli affetti più cari. In questi giorni abbiamo letto molte testimonianze di infermieri che raccontano cosa succede nei momenti più drammatici, gli ultimi saluti solo attraverso una videochiamata (quando va bene), poi il dramma non termina nemmeno con la morte – non solo a Bergamo, ma certamente in modo particolarmente evidente nella città orobica.

Per chi resta c’è infatti l’impossibilità di salutare come si deve il proprio defunto, trasportato anche a centinaia di chilometri di distanza per la cremazione senza che i familiari possano avere parte nel meccanismo che viene applicato a seguito del decesso di un paziente e nell’attesa di tempi migliori in cui finalmente si riuscirà a celebrare il funerale e dare degna sepoltura a tutti questi morti.



Per chi crede, resta la speranza di riabbracciarsi un giorno in un posto migliore, per tutti però lo strazio della morte in modalità totalmente inedite e che possiamo ben definire disumane – senza accusare nessuno, sia chiaro, sono infatti misure necessarie. Il Coronavirus in queste settimane ha impedito anche la pietà per i morti: ci aggrappiamo anche ad un numero di telefono, esile filo per rimanere in contatto con chi non c’è più.