Berlino ha lanciato un pacchetto di misure da 50 miliardi di euro per il clima. Nella giornata di ieri nella capitale tedesca, come riferito dallo Sueddeutsche Zeitung, citato dal sito dell’agenzia di stampa italiana Ansa, è stato presentato il nuovo pacchetto che sarà disponibile entro la fine dell’anno in corso, il 2023. Stando a quanto emerso l’accordo è stato raggiunto dopo circa 18 ore di trattative, e le fonti di governo parlano di “pacchetto solido e ben calibrato”.



In seguito la stessa misura pro clima è stata presentata ufficialmente dal governo, e Robert Habeck, ministro dell’economia e dell’azione per il clima, ha spiegato: “Con questo moderno strumento di finanziamento, stiamo definendo standard internazionali e assicurando che i fondi affluiscano dove sono necessari per la trasformazione dell’industria e portino i maggiori benefici”. Si tratta di un “nuovo strumento”, ha aggiunto Habeck, ricordando che una misura simile era stata implementata solamente nei Paesi Bassi. La Germania mira a decarbonizzare la sua industria in maniera completa entro il 2045 ma visto che il prezzo del carbonio in Unione Europea si aggira al momento sui 100 euro a tonnellata, gli investimenti in processi di produzione che siano puliti non sono ancora competitivi.



BERLINO, CONTRATTO PER IL CLIMA DA 50 MILIARDI DI EURO: COME FUNZIONA

Con lo schema tedesco CCFD, acronimo di “Carbon Contracts for Difference” si mira a colmare questa lacuna. Le aziende che richiederanno tale tipo di regime dovranno “presentare un prezzo fittizio della CO2 – si legge su euractiv.com – che consenta loro di sviluppare una produzione pulita pur rimanendo competitive rispetto alle società rivali che utilizzano combustibili fossili”.

Così che dall’8 giugno verranno aperte le candidature per i settori industriali come acciaio, chimica, cemento, vetro e carta, con il governo centrale tedesco che spera di poter chiudere i primi contatti entro il 2023: “Non si tratta solo dei grandi pesi massimi industriali in Germania – ha aggiunto Robert Habeck – ma anche della più ampia partecipazione possibile delle PMI tedesche. Il prerequisito per questo è che la produzione avvenga in modo climaticamente neutro”.