Silvio Berlusconi non entra nel Governo Conte, non chiede “favori” per Mediaset in cambio della collaborazione istituzionale offerta negli scorsi giorni e punta alle Elezioni come unica vera alternativa al Governo giallorosso: si potrebbe riassumere così l’inusuale lettera al Fatto Quotidiano di chi per anni è stato il vero nemico del giornale di Marco Travaglio e Antonio Padellaro. Dopo la notizia data ieri dal Fatto sulla “morbida” linea di Forza Italia con il Governo Conte per poter avere in cambio importanti novità sul fronte banda larga e infrastrutture tecnologiche, Berlusconi non solo smentisce ma riporta due dei tre punti della lettera proprio per dettagliare le sue intenzioni politiche: «Dal 1994, con l’abbandono di tutte le cariche sociali, il Presidente Berlusconi non si occupa in alcun modo delle scelte strategiche né di quelle operative delle aziende da lui fondate. Tantomeno quindi ha mai fatto dipendere o in qualsiasi modo collegato le proprie scelte politiche a considerazioni che riguardano le aziende».
In secondo luogo, il leader azzurro ribadisce che non vi è alcuno interesse di Mediaset per quanto riportato dal Fatto «Mediaset è un gruppo che si occupa di creazione e diffusione di contenuti di informazione, cultura e intrattenimento su diversi supporti. La gestione dell’infrastruttura non è di alcun interesse strategico per l’azienda. Per quanto attiene poi la questione del rapporto con Vivendi essa è validamente seguita da parte dei legali incaricati da Fininvest e Mediaset senza che – anche in questo caso – il Presidente Berlusconi interferisca o partecipi in alcun modo».
LE CONDIZIONI DI BERLUSCONI AL GOVERNO
Nei giorni in cui imperversano gli audio “shock” sulla possibilità di una sentenza pilotata nel caso Mediatrade, Berlusconi è tornato in auge a livello politico e con diverse dichiarazioni ha fatto intendere di voler essere una sponda dialogante per il Paese nel momento di massima crisi economica che lo attende in autunno. Seppur confermando la linea compatta del Centrodestra con Salvini e Meloni, Berlusconi ribadisce nel terzo e ultimo punto della lettera al Fatto Quotidiano quale sia l’intento del suo “sostegno”: «non vi è comunque, né da parte del Presidente Berlusconi, né del Movimento Politico Forza Italia alcuna disponibilità a fornire un sostegno politico al governo Conte».
La disponibilità alla collaborazione istituzionale, prosegue e conclude il leader di Forza Italia nei confronti dei governi in carica «qualunque essi siano, nei momenti in cui sono in gioco vitali interessi nazionali, non ha in alcun modo il significato di una partecipazione o di un atteggiamento benevolo, oggi o in futuro, verso l’attuale maggioranza o verso altre formule politiche incoerenti con la volontà degli elettori» Al contrario, Forza Italia per il suo fondatore deve mantenere «un comportamento responsabile e costruttivo, è in prima linea nell’evidenziare l’inadeguatezza dell’attuale esecutivo e della formula politica che lo sostiene e nel chiedere di restituire la parola agli italiani».