Il calcio va tutelato, ma questo non significa che bisogna ripartire subito mettendo a rischio la salute: parole e musica di Silvio Berlusconi, uno che in questo mondo ci ha lavorato per tantissimi anni ed è stato anche tra i più vincenti di sempre, alla guida di un Milan che sotto di lui ha conosciuto un’epoca in cui era la squadra più forte al mondo. Rimessosi in discussione come presidente del Monza, oggi il Cavaliere ha parlato a Libero e detto che, per quanto ami il calcio “che è stato una parte importante della mia vita”, la ripartenza non sembra davvero urgente. Il tema naturalmente è chiacchieratissimo, a più livello: effettivamente in Italia qualche spiraglio circa il ritorno in campo per concludere i vari campionati c’è stato, ma le notizie di nuovi calciatori positivi in Serie A hanno nuovamente posto un freno alla questione.



BERLUSCONI E LA RIPARTENZA DEL CALCIO

Il quadro tracciato da Silvio Berlusconi è chiaro: tanti italiani stanno ancora morendo a causa del Coronavirus, tanti stanno soffrendo negli ospedali e soprattutto ci sono aziende che stanno rischiando il fallimento con la conseguenza che ci saranno – e ci sono già – molti posti di lavoro che vanno perduti. In più, scuole e università sono ancora chiuse e sappiamo che nelle aule non si tornerà fino a settembre, e anche allora sembra in programma di proseguire con la didattica a distanza: ecco, in questo scenario per il presidente del Monza riaprire le porte al calcio non è certamente una questione prioritaria. “L’economia, oltre a meno tasse e burocrazia, ha bisogno di una serie immediata di interventi che immettano liquidità nel sistema” ha poi detto, parlando di contributi a fondo perduto e prestiti agevolati e garantite non solo per le aziende, ma per tutte le persone che si trovano in difficoltà.



Dunque nel suo intervento Berlusconi ha parlato sì del calcio, ma solo in maniera marginale; riguardo l’argomento pallone però possiamo dire che la sua posizione si sposa con quella di altri addetti ai lavori, perché il fronte è diviso. Da una parte chi vuole ad ogni costo ripartire, anche per evitare ulteriori danni economici e per non far sì che la stagione 2020-2021 diventi un lungo contenzioso nei tribunali. Oppure, semplicemente, si vuole che lo spettacolo prosegua a prescindere più o meno da tutto; il Monza di Berlusconi sta dominando il girone A di Serie C e la promozione nella serie cadetta è solo una formalità, qualora si smettesse di giocare la Lega Pro potrebbe comunque disporre il salto di categoria a tavolino e dunque l’obiettivo sarebbe comunque centrato. Adriano Galliani al proposito aveva minacciato ricorsi (appunto) qualora il campionato si fosse definitivamente chiuso senza ripresa, da questo punto di vista per adesso Berlusconi sembra avere altre idee in merito.

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