BERLUSCONI, LA DISCESA IN CAMPO E I PRESUNTI DEBITI: “REP” TORNA ALL’ATTACCO (CON I PM)
Nei giorni in cui viene da più parti rilanciata la possibilità di una “discesa in campo” dei figli di Silvio Berlusconi – ovvero Marina, Pier Silvio e anche Barbara – dalla semi-infinita inchiesta di Firenze sul presunto coinvolgimento del Cav nelle stragi di mafia del 1993 viene spiegato che già l’ingresso in politica del compianto Cavaliere avvenne per migliorare l’assetto finanziario di Fininvest-Mediaset.
In particolare, i pm fiorentini – citando le dichiarazioni di Ezio Cartotto, l’ex DC milanese consulente del gruppo Berlusconi – ritengono che prima della famosa videocassetta “L’Italia è il Paese che amo…” il futuro Presidente del Consiglio avesse con Fininvest dei debiti verso le banche da circa 4 mila miliardi di lire. La vittoria del 1994, l’affermazione di Forza Italia contro i Pds e il futuro bipolarismo “nato” con Berlusconi, fecero poi causare una sensibile riduzione dell’esposizione debitoria dopo tale iniziale discesa in campo. È il teorema che il fondatore di “La Repubblica” Eugenio Scalfari denunciò in un famoso editoriale del 1993 dove mise a punto un deciso attacco al sistema berlusconiano, all’origine dello scontro con i media vicini al Centrosinistra che si esaurì (in parte) solo con la morte del Cav nel 2023. Ora con un articolo di Lirio Abbate la storia dei debiti prima della discesa in campo torna di stretta attualità in quanto la stessa “Rep” avrebbe ottenuto in anteprima la relazione di consulenza tecnica depositata nelle scorse settimane dai magistrati della Dia di Firenze che indagano sui mandanti delle stragi 1993.
BERLUSCONI HA SEMPRE SMENTITO E NEGATO IL TEMA DEI “DEBITI”: CHE COSA DICONO I MAGISTRATI DI FIRENZE
In quello schema di indagini, ricordiamo, è indagato Marcello Dell’Utri e lo era anche Silvio Berlusconi finché è decaduto il tutto con la morte nel 2023: ebbene, i consulenti tecnici dei pm di Firenze scrivono che la “prova” di quanto denunciava Scalfari nell’editoriale del 18 luglio 1993 su “La Repubblica” – in merito ai sospetti sui profondi debiti di Fininvest che avrebbero portato alla discesa in campo – esisterebbe.
«È stato possibile riscontrare un’esposizione debitoria del gruppo Fininvest al 31 dicembre 1994 pari a circa novemila 110 miliardi di lire, prevalentemente costituita da debiti verso banche (4.033,5 miliardi di lire), verso fornitori (2.863 miliardi di lire) e da debiti verso altri (949,3 miliardi di lire)»: secondo Rep questo confermerebbe la ragione di Scalfari contro Berlusconi che già all’epoca smentì tutto minacciando querele alla magistratura. Il lavoro sui bilanci, svolto oggi a 30 anni di distanza dai presunti fatti, mostrerebbe dunque il gruppo Fininvest in forte indebitamento con le banche fino alla stagione politica dell’ex Premier. Non solo, scrive Rep citando i pm, «i consulenti hanno potuto apprezzare una sensibile riduzione dell’indebitamento bancario che si ritiene possa ragionevolmente scaturire dalla relazione di plusvalenze derivanti da attività di “deconsolidamento” del gruppo e dalla realizzazione del progetto Wave di riorganizzazione del gruppo che ha consentito, inter alia, la costituzione della Mediolanum spa e la relativa quotazione delle azioni societarie presso la Borsa valori italiana». La “prova” sarebbe dunque in quelle carte anche se tanto all’epoca quanto in periodo più recente è Mediaset stessa ad aver smentito categoricamente tale ricostruzione.