Silvio Berlusconi gioca il jolly Mario Draghi nella campagna elettorale per le Europee. Resta da capire se ora la carta del governatore della Bce si rivelerà quella vincente. Il leader di Forza Italia, intervistato da “Il Mattino”, si è reso protagonista di un vero e proprio endorsement nei confronti che ha il sapore dell’investitura a candidato premier se non del centrodestra unito – difficile che Salvini accetti u ruolo da comprimario – quanto meno di Forza Italia:”Ho anche detto in passato, senza consultarlo, che Mario Draghi sarebbe stato l’uomo giusto per un incarico di alta responsabilità in Italia. Lo ribadisco oggi e spero che possa succedere”. Berlusconi precisa che il ruolo di Draghi non dovrebbe essere – per fare un esempio – quello di un “nuovo Monti”:”Un governo tecnico è fuori discussione: il prossimo governo dev’essere scelto dagli italiani: noi siamo pronti a votare anche domani mattina”.



BERLUSCONI LANCIA MARIO DRAGHI PREMIER

L’ipotesi di un Mario Draghi candidato premier del centrodestra è rimbalzata già in passato ma è sempre stata smentita dallo stesso numero uno della Banca Centrale Europea. Questa volta, però, dietro le parole di Silvio Berlusconi potrebbe esserci un fondamento diverso rispetto al passato. Il governatore della Bce è infatti a fine mandato: il suo incarico scadrà per la precisione il 31 ottobre 2019, una data che coincide con Halloween e che da molti osservatore viene vista come l’inizio di un periodo da incubo per l’Italia, che fino ad oggi ha avuto in Mario Draghi uno dei suoi migliori alleati nella gestione delle tempeste economiche che l’hanno investita in questi anni. Sembra difficile che Draghi voglia lasciare il proprio incarico prima della sua scadenza naturale: nel caso in cui voglia correre con Berlusconi, dunque, il governatore della Bce dovrebbe sperare che l’esecutivo M5s-Lega riesca a scavallare non solo l’estate ma anche l’autunno.

Leggi anche

VISTO DA SINISTRA/ Stop Landini, più economia e moderati: Prodi prepara l’alternativa a SchleinSCENARIO 2025/ L’anno senza elezioni che può rimescolare le carte di maggioranza e opposizione