Silvio Berlusconi è (ri)tornato centrale nella politica italiana: non tanto per i consensi – Forza Italia resta la terza “gamba” all’interno del Centrodestra, ma per le strategie e gli scenari che possono aprirsi dopo l’attuale Governo Conte: dopo aver sentito più volte l’intento di entrare nel Governo al posto dei pentastellati e dopo aver ribadito che un Governo di “larghe intese” «non ha senso per Forza Italia», l’ex Cavaliere è divenuto protagonista di un caso Mediatrade “bis” per quell’audio del giudice Franco che rivelerebbe la presunta sentenza pilotata nel 2013 per frode fiscale.
Da giorni infatti Berlusconi è tornato protagonista con interviste e interventi pubblici (mai ancora in video però, per il momento resta nella sua tenuta a Nizza) per sottolineare da un lato la «battaglia dei magistrati contro l’azione politica» e dall’altro il contributo che il Centrodestra e Forza Italia possono dare per uscire dall’emergenza socio-econonico-politica del nostro Paese. «C’è lotta armata contro di me e l’Italia liberale», attacca oggi nell’intervista a Zapping su Radio Rai 1 e sul Giornale, ribadendo come purtroppo «in Italia la giustizia è stata usata come arma politica. […] Io non cerco risarcimenti personali, cerco verità e giustizia, in nome di quella democrazia liberale, di quel Paese Occidentale, libero e liberale che volevamo diventasse l’Italia grazie alla nostra azione politica».
BERLUSCONI E IL FUTURO DEL GOVERNO
Nel merito della disputa su Cassazione-Mediatrade e giudice Esposito, Berlusconi spiega di non aver atteso 7 anni prima di diffondere l’audio ma le ha subito prodotte alla Corte CEDU a corredo della sua posizione di ricorso: «ho parlato di quelle dichiarazioni in diverse occasioni, anche pubbliche, ma senza mai, naturalmente, fare nomi. Non he no parlato per un riguardo personale verso il giudice Franco, per non creargli reazioni spiacevoli nell’ambito giudiziario e l’ho fatto di mia iniziativa, perché lui non mi ha mai, mai chiesto nulla».
Ora che però il giudice è mancato, per Berlusconi non aveva più senso tenere nascoste le sue dichiarazioni sulla sentenza Mediatrade «è giusto che gli italiani siano messi al corrente di come, ancora una volta, le scelte democratiche degli elettori siano state alterate usando la giustizia come arma di lotta politica», conclude a Zapping.
Nell’intervista al Giornale invece Berlusconi tratteggia il possibile futuro politico il giorno dopo la manifestazione del Centrodestra che ha ribadito la compattezza di FI, FdI e Lega: «le elezioni sono la via maestra, ma fra l’ipotesi di tenerci per altri due o tre anni il governo Conte, con i Cinque Stelle come “azionisti di riferimento” e quella di avere un governo diverso, più autorevole, più credibile in Europa e nel mondo, che faccia una politica adeguata per uscire dalla crisi, che sia più in sintonia con la maggioranza degli italiani, io dico che vale la pena almeno di pensarci».
È un messaggio a Salvini e Meloni ma anche all’intera maggioranza di Governo: «mi rendo conto che la strada per le elezioni sia particolarmente difficile, sia per le ovvie resistenze del ceto politico, sia per motivi oggettivi legati all’emergenza sanitaria ed economica. Se quindi non fosse possibile andare alle urne in tempi brevi, rimarrebbe il problema di cambiare un governo e una maggioranza oggettivamente inadeguati». Berlusconi troppo vicino a Conte? Per l’ex Premier il punto non sta qui: «Sono lieto che il presidente Conte lo apprezzi, mi piacerebbe però che al di là della cortesia personale la sua maggioranza desse seguito ad un rapporto di vera e non soltanto formale collaborazione con l’opposizione. Fin qui, forse per il veto dei Cinque Stelle, hanno voluto fare tutto da soli. Si potrebbe dire che questa maggioranza è troppo debole per accettare la nostra collaborazione. Ma così si fa il male degli italiani».