«Il ‘centro’ non è affatto equidistanza, comporta invece una scelta di campo, è alternativo alla sinistra ed è anche chiaramente distinto dalla destra. Un centro che deve essere l’elemento trainante di un centro-destra di governo»: così ha spiegato Silvio Berlusconi intervenendo da remoto al Convegno organizzato a Saint Vincent dal quotidiano “La Discussione”.
Al termine della settimana che ha prepotentemente ricollocato il leader di Forza Italia nell’ennesima discesa in campo al centro dell’agone politico (vertice in persona con Salvini e Meloni, trame sul Quirinale, vertice PPE e prima assoluzione per uno dei processi Ruby Ter), l’ex Premier ribadisce la necessità di recuperare quel “centro” che possa ospitare la piena federazione tra le anime cattoliche, liberali e sovraniste. Nell’intervista odierna al “Corriere della Sera” tutti questi temi Berlusconi li aveva già affrontati, sottolineando la sua vicinanza ai leader di Lega e FdI ma caratterizzandone anche la loro impossibilità a divenire veri federatosi di una unica coalizione: «Giorgia Meloni e Matteo Salvini hanno entrambi grandi capacità e un profilo fortemente caratterizzato», ma proprio per questo un ottimo federatore dovrebbe puntare ad una coalizione ben più estesa, «l’Italia ha bisogno di un centrodestra liberale, cristiano, europeista, garantista. Sta a noi costruirlo e rafforzarlo, perché la politica italiana ha bisogno di questo. Poi, Salvini fa legittimamente la sua parte — che è diversa dalla nostra — e la fa bene, con efficacia».
BERLUSCONI ESCLUDE VOTO ANTICIPATO: “SAREBBE IRRESPONSABILE”
Berlusconi allontana le accuse di “neo-fascismo” al partito di Giorgia Meloni e anzi rilancia, «Giorgia Meloni non ha bisogno di garanti. Se Fratelli d’Italia non fosse un grande partito democratico non saremmo alleati con loro. Io ho detto un’altra cosa: l’Europa sa, e me lo hanno confermato in questi giorni a Bruxelles, di poter contare su di noi per un’Italia pienamente inserita nei valori e nelle regole su cui si fonda l’Unione Europea». Delle insidie e dinamiche avverse interne a Forza Italia si limita ad un veloce commento dove traspare una certa insofferenza per la situazione che si è andata a creare con le parole di critica arrivate dai Ministri Gelmini, Carfagna e Brunetta: «Si tratta di incomprensioni personali, che vanno ricomposte, non di conflitti sulla linea politica che, lo ripeto, è condivisa da tutti e non ha alternative. Sinceramente — lo dico con stima e affetto per amici che collaborano con me da molti anni — preferirei non leggere sui giornali notizie di polemiche che non ci rappresentano e che non credo interessino gli italiani. Abbiamo ben altre questioni da affrontare, stiamo uscendo faticosamente dalla più grave crisi del dopoguerra e le ricadute sono dietro l’angolo». Infine, sempre nel colloquio conio “CorSera” l’ex Presidente del Consiglio reputa ancora troppo presto e ingeneroso (nei confronti di Mattarella e Draghi) parlare di Quirinale, allontanando comunque ogni ipotesi di voto anticipato: «Questo governo sta portando l’Italia fuori dall’emergenza sanitaria ed economica, sarebbe davvero irresponsabile pensare di interromperlo prima del tempo per bloccare il Paese in una campagna elettorale».