Il primo anniversario della scomparsa di Silvio Berlusconi cade in giorni curiosi. A valle della sconfitta-choc al voto europeo il presidente francese Emmanuel Macron ha sciolto la sua Assemblea nazionale e questo ha subito agitato lo spread: anzitutto quello del suo debito pubblico, ma non senza qualche sgradevole contagio anche su quello italiano. Non è chiaro se si sia trattato di un effetto calcolato, ispirato a un cinismo forse disperato: quello del “ricatto” agli elettori francesi (e fors’anche ad alcuni leader europei, fra cui Giorgia Meloni) in vista della spregiudicata resa dei conti chiamata dall’Eliseo nei confronti della destra lepenista.
Può darsi sia invece un caso banale di maneggio affannato di armi politico-finanziarie di potenziale distruzione di massa: all’opposto, cioè, del bombardamento “chirurgico” che eliminò via spread Berlusconi da palazzo Chigi nell’estate 2011. Con Nicolas Sarkozy in cabina di regia all’Eliseo. Con Barack Obama e Joe Biden alla Casa Bianca. Con la Nato in azione contro il maggior disturbatore geopolitico dell’epoca: il leader libico Muhammar Gheddafi.
L’incubatore di quel “complotto” contro l’Italia berlusconiana fu un G8 ospitato dalla Francia nel maggio 2011. Nel fine settimana un anno dopo la scomparsa del Cavaliere il G7 sarà ospitato dall’Italia: da un Governo eletto di centrodestra che ha ripristinato la piena normalità democratica interrotta dalla rimozione di Berlusconi.
L’Esecutivo che ospiterà i Grandi (governo cui il Cavaliere ha fatto a tempo a votare la fiducia come senatore eletto) è presieduto da una politica di cui lo stesso Berlusconi è stato “coach”, avendola inclusa a 29 anni nel suo terzo Esecutivo (Meloni era in carica quando il Quirinale di Giorgio Napolitano lo rovesciò sull’onda dello spread, assecondando il diktat di Washington, Parigi e Berlino).
La premier italiana presiederà il G7 pochi giorni dopo aver riportato una netta affermazione al voto europeo. Oltre a Macron, anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz – erede diretto di Angela Merkel – arriva invece in Puglia gravemente ammaccato dalle elezioni di domenica. Non è in condizioni migliori Biden: il presidente ricandidato conta anzi sul G7 a guida italiana per trasmettere segnali di compattezza occidentale (a cominciare dal fronte ucraino).
Nel frattempo Ursula von der Leyen si è subito messa all’opera per modellare base politica e organigramma della nuova Commissione Ue. Come candidata di punta del Ppe, è una delle vincitrici di domenica scorsa. Al suo successo – a costruire l’unico punto fermo dell’Ue odierna – ha contribuito il buon risultato di Forza Italia, riferimento del Ppe in Italia. Il partito fondato trent’anni fa da Berlusconi.
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