“HO AVUTO PAURA, MIA MOGLIE MARTA DECISIVA”: SILVIO BERLUSCONI SI RACCONTA DOPO IL RICOVERO
«Paura no, sofferenza molta»: così Silvio Berlusconi (si) racconta a “Il Giornale” nella lunga chiacchierata con il direttore Augusto Minzolini per la prima volta dopo il lunghissimo ricovero al San Raffaele (la seconda intervista in tutto, compresa quella al “Corriere”). «Nessuna sfida mi ha mai fatto paura. Ho sofferto molto, questo sì, ma ho sempre avuto fiducia nell’aiuto di Dio, nelle capacità del personale medico e sanitario che mi ha assistito ed anche nella tenuta del mio corpo. Come in altri casi in passato, ho sentito intorno a me l’affetto di tante persone, ho ricevuto gli auguri di molti amici e anche di avversari politici, ai quali sono particolarmente grato», racconta il Cav ora a riposo con la graduale ma costante riabilitazione dopo la crisi polmonare e la perdurante leucemia mielonocitica cronica.
Berlusconi ammette che rispetto al passato questa volta un aiuto in più decisivo lo ha ricevuto dalla compagna parlamentare in Forza Italia, Marta Fascina: «questa volta c’è stata una cosa in più: la dedizione assoluta, la dolcezza e l’attenzione continua con la quale mia moglie Marta mi è stata vicina in ogni momento. Lei, i miei figli, mio fratello, mi hanno fatto sentire ogni giorno la bellezza dell’amore che è in grado di dare una famiglia. In questo mi considero un uomo davvero fortunato». Non si ferma né si chiama fuori dalla politica, anzi: «Naturalmente seguo le indicazioni dei miei medici, che talora sono anche fin troppo prudenti. Ma non ho mai smesso di lavorare, neppure dalla terapia intensiva, in costante contatto con i miei collaboratori, i dirigenti e parlamentari di Forza Italia. C’erano da preparare le elezioni amministrative, e devo dire – alla luce dei risultati – che sono molto soddisfatto del lavoro svolto», racconta ancora Berlusconi.
L’APPELLO DI BERLUSCONI PER UN CENTRODESTRA EUROPEO: “GUARDARE AI CONSERVATORI”
Sui discorsi più prettamente politici, il progetto di Silvio Berlusconi non si ferma al “solo” prosieguo della esperienza di Governo in Italia con la Premier Giorgia Meloni: «In Europa una maggioranza di centrodestra sarebbe una svolta importante e darebbe nuovo impulso al funzionamento delle istituzioni europee, superando ogni residua forma di scetticismo verso la casa comunitaria». La coalizione “Ursula” che ha retto le ultime due giunte europee (Juncker prima, Von der Leyen poi) ha fatto il suo tempo secondo il leader di Forza Italia: «aveva un senso quando l’Europa era soprattutto un accordo fra gli Stati, e rappresentare nelle istituzioni europee tutte le grandi famiglie politiche dell’epoca ne garantiva una certa neutralità. Ma man mano che l’Europa ha acquisito una soggettività politica autonoma, processo che io considero necessario e fondamentale, è diventato sempre più importante che la sua guida assuma una connotazione politica chiara. Tenere insieme forze che hanno visioni e obbiettivi diversi porta solo alla paralisi o a soluzioni pasticciate».
Secondo Berlusconi oggi in Europa come nei singoli Stati occorre invece una «chiara assunzione di responsabilità politiche»: le alternative sono due, spiega l’ex Premier, «il centrodestra e la sinistra, lasciando fuori naturalmente su entrambi i fronti le frange estremiste inaffidabili e irresponsabili. I cittadini europei hanno il diritto di scegliere». Berlusconi crede nei popolari guidati da Weber (che da tempo ormai ha abbandonato le maniere “morbide” attaccando a destra e manca la leader Von der Leyen richiamando alla necessità di un Centrodestra europeo, proprio la ricetta di Berlusconi). «Io credo che noi popolari, con i liberali e i conservatori, rappresentiamo la maggioranza degli europei, una maggioranza con un’idea ben chiara dell’identità d’Europa, delle sue radici liberali e giudaico-cristiane, del suo ruolo attivo nel mondo. Ovviamente considero indispensabile che i nostri alleati italiani siano di questa partita. Se dentro o fuori dal PPE lo devono decidere prima di tutto loro», conclude Berlusconi parlando delle possibilità che Salvini e Meloni, nei rispettivi gruppi ID e ECR, possano rappresentare un futuro di alleanza trasversale anche alle prossime Elezioni Europee (giugno 2024).
SALVINI “REPLICA”: “LEGA NEL PPE NON È ALL’ORDINE DEL GIORNO”
Intervistato da “Il T”, quotidiano autonomo del Trentino Alto Adige, il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini ha risposto all’eventualità di un ingresso futuro del Carroccio nel gruppo Ppe: «l’ingresso della Lega nel Partito Popolare non è all’ordine del giorno. Io credo che noi popolari, con i liberali e i conservatori, rappresentiamo la maggioranza degli europei, una maggioranza con un’idea ben chiara dell’identità d’Europa, delle sue radici liberali e giudaico-cristiane, del suo ruolo attivo nel mondo. Ovviamente considero indispensabile che i nostri alleati italiani siano di questa partita. Se dentro o fuori dal PPE lo devono decidere prima di tutto loro».
Negli ultimi anni, ha concluso Salvini confermandosi molto critico sul Ppe che ha appoggiato Ursula Von der Leyen e si è alleato con i socialisti, «abbiamo assistito all’asse tra Ppe e socialisti, non credo piaccia agli elettori moderati e di centrodestra. Il Ppe cosa pensa dell’utero in affitto che io ritengo sia un abominio, oppure alle restrizioni del settore automotive che mettono in ginocchio imprese e lavoratori europei? La Lega farà pesare il suo consenso».