IL MONITO DI BERNABÈ SULLA CRISI GAS-RUBLO

Per l’ex ad di Eni, oggi presidente del cda di Acciaierie d’Italia, Franco Bernabè la guerra scatenata dall’Europa contro il gas russo e contro il rublo rischia di portare a conseguenze devastanti non solo per Mosca: intervistato da “La Verità”, l’ex Telecom lancia il monito «la disfida del rublo rischia di finire male. Vladimir Putin, colpito dalle sanzioni, si trova in una strada senza uscita».



Per Bernabè l’ostacolo principale è legato alle poche opzioni che ha in mano oggi il Cremlino dopo un mese di guerra e un numero di sanzioni salatissime: «non può tornare indietro e potrebbe fare scelte dettate dalla disperazione». In particolare, il rischio concreto è che la Russia possa arrivare a tagliare il gas all’Europa prima che l’Ue trovi una vera differenziazione-autonomia energetica nei prossimi mesi: «Esiste un disegno dietro la dipendenza energetica italiana? Chi è senza peccato scagli la prima pietra. E sul gas non è detto che stavolta gli Stati Uniti ci salveranno», ribatte ancora Bernabè guardando con timore all’evoluzione della crisi energetica ed economica conseguente alla guerra in Ucraina. Oggi Putin ha ribadito che entro il 31 marzo la Russia si prepara a ricevere i pagamenti del gas russo in rubli, trovando però il netto contrasto di G7, Nato e pure dall’Eni. Secondo l’ex ad di Eni la mossa di Putin è sostanzialmente disperata in quanto «Gli unici soldi che i russi sono in grado effettivamente di incassare sono quelli esterni al sistema di compensazione europeo e americano: Cina, India, eccetera». Secondo Bernabè, anche se l’Europa decidesse di pagare in rubli – e non lo vuole fare perché ci rimetterebbe in termini economici – sarebbe alquanto complicato vederla come opzione realizzabile: «o Putin fa marcia indietro o chiude i rubinetti del gas? Putin non può fare marcia indietro, perché se decidesse di accettare ancora dollari ed euro, non potrebbe comunque spenderli».



“L’ITALIA SI È SUICIDATA A LIVELLO ENERGETICO”

Con queste sanzioni l’Europa e l’Occidente in generale è come se non avessero dato alcuna via d’uscita alla Russia e questo, per Franco Bernabè, è un errore di valutazione molto grave: «a una belva feroce bisogna sempre ricordarsi di fornire una via d’uscita per scappare. Invece, temo che le implicazioni di questa “guerra del rublo” siano ancora molto sottovalutate in Occidente». L’esperto manager si dice molto preoccupato anche per il fatto che l’Italia una possibile “via d’uscita” l’avrebbe anche avuta se solo non avesse fermato quasi del tutto l’esplorazione di idrocarburi quasi 20 anni fa «cedendo alle pressioni di comitati civici e ambientalisti»: si può dunque asserire che l’Italia abbia compiuto un «suicidio energetico» per Bernabè però forse pilotato dall’esterno, «Il fatto che sul piano energetico l’Italia abbia subito interferenze estere è fuori discussione. I Paesi più forti, con uno Stato assertivo e servizi di intelligence invasivi, usano tutti gli strumenti a disposizione per perseguire i propri interessi». Dagli Usa alla stessa Russia, le interferenze in Italia ci sono state per impedire l’autonomia energetica ma di colpe gravi ne è responsabile in primis lo Stato italiano: chiosa Bernabè sempre a “La Verità”, «il fatto che in quarant’anni non siamo riusciti a costruire un impianto di rigassificazione è una carenza terribile dei nostri governi. Ed è conseguenza dell’instabilità politica e di ministri con poca esperienza».

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