Qualche scintilla tra Bernard-Henri Lévy e Lucia Annunziata nell’intervista di oggi a Mezz’ora in più. Il filosofo e saggista francese ha cominciato attaccando in modo duro Marine Le Pen, che sta sfidando il presidente uscente Emmanuel Macron alle Elezioni in Francia. «Non bisogna confondere un democratico con un fascista, questo è uno sbaglio politico e storico costato carissimo alle vecchie generazioni. Qualunque cosa si pensi di un candidato democratico, questo non ha niente a che vedere con un candidato fascista. In Francia abbiamo un candidato democratico e una fascista». Quando gli è stato chiesto un commento riguardo quanti si schierano contro l’invio di armi all’Ucraina, ha cominciato a mostrare segni di nervosismo. «Serve a salvare vite umane, a mostrare a Putin che la vittoria è impossibile e deve fermare la guerra, quindi serve ad aiutare la pace. Quello che alimenta la guerra è una sproporzione tra aggressori e aggredito. Ricordo Sarajevo: perché l’assedio durò a lungo? Perché i bosniaci non avevano nulla per affrontare gli aggressori, quando gli è stato consentito di difendersi la guerra è finita».



La tensione poi è salita ulteriormente quando Lucia Annunziata gli ha chiesto se non vada rimproverato a Macron il fatto di non aver cercato voti nell’elettorato della rivale. «Guardi, ha lavorato come presidente fino all’ultimo momento. Ha lavorato molto per cercare di impedire l’escalation della guerra con colloqui infiniti con un barbaro che si chiama Putin. Forse non ha lavorato abbastanza per andare a cercare l’elettorato della Le Pen, è possibile, ma rispetto a quello che doveva fare per tentare di fermare il massacro in Ucraina, allora è secondario».



LEVY VS ANNUNZIATA “ARGOMENTI DA DEMAGOGO”

Poi ha rifilato l’inaspettata stoccata alla giornalista e conduttrice di Mezz’ora in più. «Andare a cercare elettori… questo è l’argomento eterno dei demagoghi. Cosa significa? Fare loro promesse quando si sa che non si manterranno? No, l’onore di un democratico è quello di essere fedele ai propri valori e principi dicendo: “Se siete d’accordo mi seguite, altrimenti no, è la regola della democrazia”. Andare a cercare gli elettori suppone una dimensione di cinismo e opportunismo non compatibile con l’idea della democrazia», la replica di Bernard-Henri Lévy a Lucia Annunziata. Per il filosofo e saggista francese «non è un imperativo andare a cercare gli elettori, la dignità di un politico è quella di affermare il proprio programma e dire “chi è d’accordo mi segua”, ma senza fare bassezze per convincere sulla base di malintesi persone che non sono d’accordo». Una replica piccata che ha spiazzato l’intervistatrice: «Non m’aspettavo da lei questa risposta, perché mi iscrive automaticamente in una categoria in cui penso di non essere, il demagogo. Ma questa è un’annotazione personale, è comunque una risposta molto interessante, che penso racconti un pezzo di spirito francese». Ma anche su questo l’ha contestata, spiegando che non è una questione francese. «In Italia avete avuto grandi leader che hanno seguito questo ragionamento. Ma avete avuto delle epoche, come quella del compromesso storico, in cui a forza di compromessi e cambiamenti di casacca si finiva per perdere l’anima. Io credo nella politica nobile, in cui si afferma chiaramente ciò in cui si crede, senza cercare di intortare gli elettori».



“LE PEN? SCONFITTA ANCHE PER SALVINI E PUTIN”

Bernard-Henri Lévy non è stato tenero neppure con Antonio Di Bella quando questi gli chiesto dell’efficacia o meno delle sanzioni dell’Occidente alla Russia per la guerra in Ucraina. «Prima ancora di chiedersi dell’efficacia, c’è la questione di principio: le grandi democrazie come Francia e Italia possono essere sponsor di questo nuovo fascista?». E a chi afferma di essere stupito dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia: «Era evidente che avrebbe avuto luogo, Putin aveva deciso di invaderla. Noi non abbiamo voluto vedere e sentire, è possibile, ma bastava guardare e ascoltare gli ideologi russi per sapere che il piano era chiaro. Questo è il problema dei dittatori: annunciano quello che fanno, ma i democratici preferiscono guardare altrove. Questa potrebbe essere la nostra responsabilità». Infine, è tornato a parlare delle Elezioni presidenziali in Francia, analizzando i possibili significati politici. «Se Marine Le Pen perdesse sarebbe una nuova sconfitta per i sovranisti, per il clan dei Bannon, Salvini e Orban. Questa estrema destra che pretende di lusingare un popolo che in realtà lo detesta va indebolita. Se perderà sarà una sconfitta per l’estrema destra sovranità europea e una anche per Vladimir Putin, perché sappiamo che lei è la candidata di Putin. Ha aperto un altro fronte in Francia con lei. La finanzia, la sostiene e la sponsorizza».