Meeting di Rimini 2020, Bernard Scholz all’esordio da presidente dopo i tanti anni trascorsi nel Cda della Fondazione: un battesimo del fuoco che avviene nell’epoca del coronavirus, che ha dato vita a una “Special Edition” che si divide tra fisico e virtuale. «Sarà un Meeting speciale per la forma ma anche perché vorrà dare un grande contributo a questa ripresa, approfondendo le grandi domande esistenziali che sono emerse in questi mesi sul senso della vita, sul futuro del lavoro. Ma approfondiremo anche le grandi questioni dell’economia e della politica che si sono rese evidenti in questi mesi. Il dialogo metterà a fuoco le criticità e le opportunità da cogliere, sarà utile per tutti e sarà un contributo per il Paese e per l’Europa», ha spiegato Scholz, che ha poi ribadito come l’Europa ricoprirà un ruolo di punta in questa edizione: «Sarà uno dei temi centrali di questo Meeting e di questo sono particolarmente contento, l’Europa è il contesto nel quale dobbiamo affrontare queste problematiche che sono emerse».



BERNARD SCHOLZ: “IL TITOLO É PROFETICO”

Il Meeting di Rimini 2020 «sarà uno dei primi grandi incontri trasversali dopo la fase acuta della pandemia», ha messo in risalto Bernard Scholz: «Io spero che sarà un momento di dialogo comune, di condivisioni, con la creazione di relazioni forti. Ci aspettano mesi difficili, cerchiamo di essere capaci di affrontarli nel miglior modo possibile». Come dicevamo, questo sarà il primo Meeting da presidente: «Conosco un po’ come il Meeting si evolve, come funziona, e questo mi ha aiutato molto. Sono contento di amici e collaboratori che ci aiutano a costruire questo Meeting in questa edizione speciale con una forma nuova».



Bernard Scholz si è poi soffermato sul titolo di questa edizione, “Privi di meraviglia, restiamo sordi al sublime”: «É profetico: tutti ci siamo stupiti della dedizione di infermieri e medici, della passione degli insegnanti, dei lavoratori e degli imprenditori che stanno riprendendo la vita delle loro imprese in maniera virtuosa. Tutto parte dallo stupore che provano di fronte a ciò che hanno davanti. Questa situazione ci ha tolto la scontatezza e l’ovvietà, ci ha permesso di trovare un’attrattiva forte per tirare fuori la nostra creatività ed il nostro talento».

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