La ministra dell’università, Anna Maria Bernini, è stata intervistata stamane dal programma di Canale 5, Morning News, per parlare di università e giovani. Le prima parole sono state su Caivano, ieri teatro di un maxi blitz delle forze dell’ordine: “Servono risorse, agenda e visione ed è quello che il governo sta dimostrando di avere. Caivano non è solo abuso su due ragazzine ma è paura, indifferenza, degrado, quindi la prima cosa da fare è dimostrare che lo Stato c’è, aiutare le famiglie che hanno paura o necessità a mettere insieme la cena, e noi dobbiamo esserci. Fa più paura la scuola dei giudici, il degrado parte dalla scuola, dalla paura di non avere un futuro e noi dobbiamo dare a queste famiglie una ragione per andare avanti bene, per credere che Parco Verde diventerà un riscatto e sarà un modo per crescere e affermarsi nella vita. Dobbiamo ridare a questi luoghi il senso di comunità che adesso c’è ma è sbagliata, la scuola e l’università danno tantissimo questo senso di comunità”.
Sui fondi investiti nell’università, Bernini ha proseguito: “Appena arrivati abbiamo messo 900 milioni sulle borse di studio e sull’università. Adesso dobbiamo investire sul diritto di studio, che significa consentire a tutti di studiare, aiutare anche chi non se lo può permettere. Dobbiamo dare loro la possibilità di avere fiducia in se stessi e per questo abbiamo investito già ora 80 milioni per il presidio del disagio psicologico, in ogni università, accademia, conservatorio, e a riguardo voglio dare un grandissimo abbraccio alla famiglia del 24enne musicista ucciso a Napoli, la sua famiglia sta reagendo a questo dolore straziante. In questo presidio i ragazzi possono dire cosa fanno, come si sentono e come stanno, il covid ha fatto male a tutti i ragazzi e noi dobbiamo occuparci in maniera strutturale”.
ANNA MARIA BERNINI E I RICERCATORI ALL’ESTERO: “DAL 2026 LA GRANDE SFIDA”
Sui ricercatori che vanno all’estero: “Per trattenerli dobbiamo investire in maniera continuativa, stiamo investendo in ricerca creando infrastrutture strategiche. Dal 2026 quando il Pnrr finirà avremo la prova di maturità per capire se ricerche, università e imprese avranno funzionato, questa è la nostra grande sfida. Come attrarre studenti stranieri in Italia? Con la qualità e la semplificazione burocratica, da fuori comunque piacciamo molto di più rispetto a quanto non piaciamo a noi stessi”.
Infine la ministra Bernini ha concluso: “Dobbiamo cominciare ad indirizzare gli studenti verso le università fin dai bambini, non ai 18 anni alle soglie dell’università e poi serve un contatto più stretto fra mercato del lavoro e università”.