Matteo Berrettini prosegue il suo “isolamento” a Boca Raton, Florida: è qui che sta trascorrendo il periodo di lockdown da Coronavirus, in casa della fidanzata Ajla Tomljanovic che è sua collega e che, forse anche grazie al rapporto con il tennista romano, sta provando a risalire la corrente dopo un periodo complicato anche a causa degli infortuni. Il mondo del tennis è fermo almeno fino alla metà di luglio, almeno quello ufficiale che riguarda i tornei di Atp e Wta, gli Itf e i quattro Slam; Wimbledon a questo proposito ha già alzato bandiera bianca, il Roland Garros si è spostato a settembre-ottobre e potrebbe scalare di un’ulteriore settimana per provare a fare spazio agli “apripista” Madrid e Roma, visto che le ultime indiscrezioni riportano la volontà di giocare. Il tema dell’intervista è comunque quello delle norme anti-Coronavirus che sono state pensate per l’eventuale ripresa e, su questo, Berrettini ha detto la sua dimostrandosi (ancora una volta) piuttosto scettico.
BERRETTINI: “DIFFICILE GIOCARE CON IL GUANTO”
Ne avevamo parlato qualche tempo fa: anche la nostra Federtennis aveva organizzato una video conferenza nella quale aveva presentato un decalogo di regole con le quali si sarebbe potuto giocare a tennis mantenendo comunque in atto le misure restrittive. Una di queste norme riguarda l’obbligo di indossare un guanto in lattice sulla mano “debole”, cioè quella con cui non si impugna la racchetta ma che viene invece usata per raccogliere le palline (che, come noto, passano da un giocatore all’altro nel corso del match). Intervistato da Rai Radio 1, Berrettini ha detto chiaro e tondo che “giocare con un guanto non può essere la stessa cosa”. Il motivo? La completa perdita di sensibilità sulla racchetta, da cui molto probabilmente si tratta di una situazione non praticabile. Il tennista romano, attuale numero 8 Atp, è consapevole di come tutti i giocatori si dovranno abituare ad un tennis diverso rispetto a quello che conosciamo, ma anche che le basi in nessun modo devono essere stravolte.
Esempio: l’assenza di pubblico sarà facilmente accettata e così anche l’evitare qualunque contatto non necessario. Tra questi la stretta di mano tra i giocatori e con l’arbitro, mentre gli asciugamani in nessun caso dovranno essere toccati dai raccattapalle ma, come già si era pensato di fare per Indian Wells (il primo torneo che è stato ufficialmente sospeso per il Coronavirus), saranno lasciati in fondo al campo su una sedia e raccolti di volta in volta dal tennista. Peccato che, in termini generali, Berrettini sia pessimista sulla possibilità di recuperare la stagione 2020: “Le indicazioni sanitarie dovranno darle gli esperti” ha detto, ma già anticipando che secondo lui che una nazione riesca ad ospitare un torneo con 400-500 atleti provenienti da 80 Paesi diversi sia molto difficile. “Spero tanto di sbagliarmi” ha poi chiuso: lo speriamo anche noi da amanti del tennis, ma bisogna guardare la realtà…