Tra sovranismo di destra e il futuro del Centrosinistra, Pier Luigi Bersani a 360° ai microfoni di Piazzapulita. Il leader di Articolo 1 – MDP ha esordito commentando l’inchiesta di Fanpage su Fratelli d’Italia: «È uno sguardo sulla realtà, che si sta mettendo un po’ più in forma ultimamente. Io sono sorpreso dalla capacità di fare questo giornalismo, per il resto non sono stupito. La Meloni non ha mai pronunciato la parola “fascismo”. Non si mettono in testa che l’antifascismo non è l’anti di qualcosa che non c’è più, ma l’antifascismo è il cuore della nostra Repubblica. La Meloni, quando ha giurato sulla Costituzione, ha giurato sull’antifascismo».



Pier Luigi Bersani ha poi bacchettato la Meloni, rea di non aver pubblicamente preso le distanze dagli estremisti di destra: «Non si vuol far vedere che non li vuoi, in questo momento una parte del sovranismo in tutto il mondo ha consentito un revival di robaccia. Questo è un problema che non va sottovalutato, soprattutto nel momento in cui il sovranismo nel mondo ha una battuta d’arresta: può radicalizzarsi questa cosa». Bersani ha poi messo in risalto: «Questi sovranismi nel mondo hanno avuto anni ruggenti, sono andati a governare, come Usa, Brasile e mezza Europa. Governando, sono emerse due cose che li stanno fermando: la ricetta protezionistica di chiusura dei muri e problemi come la pandemia e il cambiamento climatico che richiedono un esercizio collettivo».



PIER LUIGI BERSANI SUL FUTURO DEL CENTROSINISTRA

Come già evidenziato in precedenza, Pier Luigi Bersani ha analizzato il futuro dell’ambito progressista, soffermandosi su Giuseppe Conte: «Conte è stato bastonato per niente. Non lo conosceva nessuno e ora è molto popolare: riempie le piazze. È stato visto come presidente del consiglio del governo che ha dovuto affrontare la pandemia ed è piaciuto. Lui riversa di più la sua popolarità sul meccanismo coalizione che sul M5s. Il problema sarà: Conte riprende contatto col DNA originario del M5s o i 5 Stelle assumono contianamente un ruolo coalizionale? Sarà molto interessante vederlo».



Maggiore cautela, invece, sull’apertura a una coalizione che va da Conte a Calenda: «Io sono abituato a fare il filo della collana, ma fin lì ho qualche problema. Deve farmi capire. Lui pensa che non ci siano destra e sinistra, lui parla di pragmatismo e populismo – il giudizio di Pier Luigi Bersani – Ma chi decide chi sono i più ragionevoli? Ma provi a mettersi di fronte alla riforma fiscale, tra chi dice flat tax e chi dice progressività. Bisogna chiedere chiarezza e coerenza, senza diktat».