“Perché non si chiede mai a Pier Luigi Bersani di dichiarare che il Comunismo è stato il male assoluto?”. Questo è l’interrogativo contenuto in un articolo del vicedirettore del quotidiano “La Verità”, Francesco Borgonovo, che prende spunto dal quesito rivolto in diretta televisiva da Alessandro Sallusti su La 7, dinnanzi al quale il conduttore, Corrado Formigli, ha risposto “ridacchiando, come se si trattasse di una proposta irricevibile”, mentre Antonio Padellaro ha dichiarato: “Bersani viene dal Partito comunista italiano. Pretendere che definisca il Comunismo – che era nella sigla del suo partito – il male assoluto mi sembra un po’ troppo”.



A giudizio di Borgonovo, in questo scambio c’è tutta “l’ipocrisia che da decenni corrode la nostra nazione. Il Partito comunista italiano ha avuto legami d’acciaio con il Partito comunista sovietico, che incarcerava gli oppositori e spediva la gente nei gulag. Il Pci è stato finanziato dal mostro russo. Ma chi ha fatto parte del Pci non deve giustificarsi di nulla, anzi il solo pensiero che ciò avvenga suscita risatine. Eppure i comunisti esistono ancora, non si fanno problemi ad alzare il pugno chiuso (lo ha fatto una volta persino il sindaco di Milano, Beppe Sala)”.



BORGONOVO: “BERSANI E IL COMUNISMO, PERCHÉ SI DEVE RENDERE CONTO SOLTANTO DEI LEGAMI CON IL FASCISMO?”

Una disamina, quella del vicedirettore de “La Verità”, che prende spunto da una premessa: “Prendiamo atto, con appena un filo di sconforto, che in Italia non si deve rendere conto dei clamorosi errori commessi all’inizio della pandemia, i quali hanno causato migliaia di morti. Non si deve rendere conto nemmeno delle discriminazioni e degli atteggiamenti autoritari assunti negli ultimi mesi ai danni di chi sta esercitando un diritto costituzionale. No: si deve rendere conto soltanto del legame (al solito pretestuoso) con il fascismo”.



Borgonovo rimarca che la macchina politico-mediatica del progressismo militante cerca regolarmente “di occultare le colpe della propria area”, ma stupisce molto di più, a suo giudizio, che la Destra “ci caschi ogni volta, che accetti non solo di stare al gioco, ma che appaia spesso terrorizzata e corra a piegare il capo ai nuovi inquisitori”.