D’ALEMA ‘FORZA’, BERSANI ‘FRENA’
Con Roberto Speranza e Massimo D’Alema ha dato vita ad Articolo-1, uscendo dal Pd: al momento Pierluigi Bersani non sembra però particolarmente intenzionato a fare marcia indietro, come invece suggeriva qualche giorno fa in un evento online l’ex Ds.
«Un nuovo partitone come nuovo Pd andrebbe benissimo. E se non ci si riesce serve qualcosa di nuovo, come fu con l’Ulivo. Meno di un partito, ma più di un’alleanza. La risposta però tocca a loro. Al Pd», spiega al “Corriere della Sera” l’ex segretario Dem, oggi senatore per LeU. Bersani sembra dunque “frenare” quanto sosteneva solo qualche giorno il suo compagno di partito D’Alema: «Era solo una battuta a un brindisi di auguri , anche se non è che il problema non ci sia. A Letta voglio fraternamente bene. Ha già abbastanza problemi senza che gliene creiamo». Con una stoccata indiretta a Renzi e Calenda che contestano l’alleanza con i 5Stelle, Bersani rintuzza il “campo largo”, «Quelli che nel centrosinistra li prendono come bersaglio concludano coerentemente: io voglio che vinca la destra. Conosciamo i problemi di un Movimento in cerca d’autore. Una volta incontrai Di Battista alla buvette e gli consigliai di andarsi a cercare in Rete, vista la sua dimestichezza con il mezzo, i testi sul Diciannovismo. Quindi mi è tutto chiaro. Ma io i Cinque Stelle li voglio nel nostro campo. Dobbiamo tifare per Conte».
IL NUOVO ULIVO E IL QUIRINALE
Un potenziale nuovo “Ulivo” che potrebbe iniziare a consolidarsi con il voto sul Quirinale, dal prossimo 24 gennaio: ne è convinto Pierluigi Bersani nel suo colliquo al “CorSera”, «Sì, Draghi è sicuramente in pole position per il Quirinale, pur con tutte le subordinate del caso […] Ma ragazzi, il punto è un altro: vogliamo dirlo che andrebbe cercata un’alternativa?». Ovviamente niente Berlusconi, ma nemmeno l’opzione dell’attuale Premier al Colle sembra convincere il leader di LeU: «Io penso questo: dobbiamo puntare su una persona seria, competente, che non si faccia portare a messa, come diciamo in Emilia (cioè che non si faccia condizionare, ndr). Uno che possa esercitare un po’ di autorità morale. Queste figure esistono. Per intenderci, cito una persona che non c’è più: l’ex presidente della Consulta Giuseppe Tesauro. Sarebbe stato perfetto. Se non lo si trova tra i politici, il nuovo presidente, guardiamo fuori. Auspicherei un po’ più di generosità verso un Paese disorientato». Anche Bersani pensa, come Salvini e Renzi, che senza Draghi a Palazzo Chigi il Governo non potrebbe reggere l’urto della maggioranza così variegata e che dunque l’opzione di voto anticipato sarebbe l’unica possibile: «Insomma, dipenderà tutto dal voto sul capo dello Stato. Ma ci si potrebbe anche accordare per andare avanti ancora un anno, a patto di iniziare a discutere di alcune grandi questioni prima del voto».