Guido Bertolaso ha avuto il coronavirus, è stato molto male per diverse settimane, ma è riuscito lo stesso ad aiutare le regioni Lombardia e Marche per organizzare gli ospedali Covid-19 nel pieno della pandemia nella fase 1: oggi racconta quei giorni come una delle prove più difficili della sua lunga vita, nello stesso tempo non si risparmia nell’evidenziare gli errori che Cts, Stato e Regioni hanno prodotto in questi ultimi giorni in merito al tema fondamentale della scuola. In un intervista a La Verità, l’ex Capo della Protezione Civile invita «Si sarebbe potuto risolvere la questione degli scuolabus facendo quello che abbiamo già fatto, in scala ridotta, nelle aree colpite dal terremoto. Requisisci ogni mezzo in nome dell’interesse pubblico. Fra l’altro indennizzando i proprietari e gli autisti che, invece di sopravvivere con i sussidi, potrebbero tornare a lavorare». Invece il braccio di ferro sul tema dei trasporti ha portato ad un pesante ritardo nell’assimilazione delle regole – di fatto confermate solo ieri, 31 agosto 2020 – che non potrà non pesare sull’inizio della scuola tra due settimane: secondo Bertolaso, uno dei problemi a riguardo è lo “strapotere” del Comitato Tecnico Scientifico sulle decisioni politiche. «Le pare che una struttura come il Comitato tecnico scientifico debba intervenire persino sui termometri? Ma certo che no! Tu sei uno scienziato, devi darmi un parere scientifico. E questo parere, ad esempio, è che con 37,5 il bambino non deve entrare a scuola. Bene, una volta che tu, Comitato, hai stabilito questo, il tuo lavoro è finito».
BERTOLASO “SENZA ZANGRILLO (E LA CORICHINO) SAREI MORTO”
Il come si misura la febbre, secondo Guido Bertolaso, dovrebbe essere la politica, la famiglia e in prima istanza il genitore a deciderlo: «E devo avere la competenza e la forza per poterlo fare». Sulle parole dell’ex candidato sindaco di Roma vengono riprese anche da parte della politica, in particolare Michele Anzaldi di Italia Viva che da componente della commissione Cultura alla Camera e segretario della commissione di Vigilanza Rai chiede che il Governo possa dare seguito ai consigli di Bertolaso: «i ministri leggano con attenzione l’intervista di Guido Bertolaso che spiega cosa si sarebbe dovuto fare sui trasporti per la riapertura delle scuole, ovvero requisire tutti i mezzi disponibili. Perché non è stato fatto? Ne riparleremo il 14 settembre, quando si rischia il caos». Nella medesima intervista Bertolaso ripercorre gli attimi difficili del ricovero dopo il contagio da Covid-19 preso in forma molto acuta: «se non fossi andato a Milano, da Alberto Zangrillo, sarei sicuramente morto», spiega l’ex Capo della Protezione Civile, che poi spiega di essere stato salvato anche dall’uso dei farmaci adottati al San Raffaele, «Il Remdesivir, per esempio. E poi la clorochina». In merito alle polemiche sul farmaco bistrattato per esser stato citato più volte anche dal Presidente Usa Donald Trump, Bertolaso è netto: «Ha un problema enorme… costa troppo poco. Anzi non costa nulla».