TESSERA SANITARIA A PUNTI IN LOMBARDIA, BERTOLASO REPLICA ALLE POLEMICHE: “NON C’ENTRANO I VACCINI”

La proposta lanciata venerdì dall’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Guido Bertolaso, su una possibile “tessera sanitaria a punti” per poter ottenere maggior vantaggi non è stata accolta benissimo da media, stampa e da diversi membri della stessa maggioranza in Consiglio Regionale. Intervistato dal “Corriere della Sera” è l’ex Capo della Protezione Civile, “risolutore” del piano vaccini Covid in Lombardia nella precedente legislatura regionale, a raccontare in cosa realmente consista l’idea di una tessera “a punti” e perché non sarà una costrizione come avvenuto di recente, ad esempio, sul Green Pass.



Il tema chiave per Bertolaso è la prevenzione: «Se ne parla sempre, ma si mette in pratica poco. Dopo un terremoto dissi che la prevenzione non porta voti. Prendiamo come esempio il ponte Morandi di Genova. Si sapeva che era a rischio. Ma se fosse stato chiuso mesi per la messa in sicurezza, probabilmente sarebbero piovute critiche». In merito alle critiche specifiche contro l’idea della tessera sanitaria “a punti”, Bertolaso spiega che non si tratta di una provocazione ma di una proposta per far fronte alle emergenze di un oggi dove il trend demografico porterà sempre più popolazione invecchiata e con ingente aumento di malati cronici. Serve quindi far vivere le persone più a lungo e sane, «Sia per il loro benessere, sia perché altrimenti i costi delle cure diventano insostenibili».



COME FUNZIONA E DA DOVE NASCE IL PIANO BERTOLASO SULLA TESSERA “A PUNTI

In questo senso, il concetto chiave della tessera sanitaria a punti in Lombardia parte dall’assunto “più ti controlli, meno costi alla Regione”: «Se porti avanti uno stile di vita salutare, puoi guadagnare un riconoscimento. Oggi purtroppo alcuni screening che proponiamo non riscuotono il successo che meriterebbero». Bertolaso al “Corriere” ricorda come sui controlli per il tumore al colon retto, nel 2023 solo il 41% dei cittadini si è sottoposto al test: ebbene, l’idea sarebbe quella di «incentivare comportamenti virtuosi» e per questo si è pensato ad una premialità, come ad esempio «ingressi nei centri termali o a skipass gratuiti».



Davanti a chi accusa Regione Lombardia di importare idee “surreali” o simili al Green Pass in pandemia, l’assessore replica che con l’idea della tessera a punti «non si costringe nessuno, ma incentiviamo. I vaccini non c’entrano, qui parliamo di mammografie, prelievi ed esami gratuiti. Il cittadino si assicura di non avere la malattia e noi riduciamo i costi. È un vantaggio per tutti. Le polemiche sono politiche più che tecniche». Bertolaso ha poi spiegato che la possibilità di avere una tessera a punti non nasce affatto in Lombardia ma da tempo esistono iniziative simili «in Svezia e in Inghilterra, oltre che letteratura scientifica a supporto».