Marco Bertolini ha comandato per anni la Brigata Folgore e il Coi, oggi Covi, Comando operativo di vertice interforze, ora in mano a Figliuolo. A La Verità, ha spiegato qual è la situazione attuale del conflitto tra Russia e Ucraina: “Lo sforzo principale dei russi, che consiste nell’occupazione delle repubbliche separatiste del Donbass, va avanti. Sistematicamente, anche se lentamente”. Gli attacchi, infatti, sono più lenti rispetto ai mesi passati. Il motivo? “Per stanchezza, ma anche perché si è arrivati a intaccare quella parte delle forze ucraine che da otto anni erano strenuamente ancorate al terreno. L’oblast di Lugansk è sotto controllo russo; rimane quello di Donetsk, che è occupato solo per una metà. È stata però conquistata Pisky, un sobborgo di Donetsk; un po’ più a Nord, è sotto tiro Siversk. A Ovest, la pressione è orientata su Kramatorsk”.

Per quanto riguarda invece la resistenza dell’Ucraina, “Le risorse più importanti degli ucraini arrivano da retrovie che si trovano in Europa o, addirittura, negli Usa; il vero problema di alimentazione ce l’hanno loro”. I lanciarazzi Himars sono entrati nel conflitto, senza al momento cambiarne gli equilibri: “Sono armi importanti. Però devono essere utilizzate da specialisti, che in Ucraina mancano, anche se l’esercito ucraino sta beneficiando dell’addestramento di americani, inglesi e anche polacchi”.



Marco Bertolini: “L’Italia poteva mediare ma…”

Josep Borrell ha spiegato che l’Ue vorrebbe addestrare i soldati ucraini. Secondo Marco Bertolini non si tratta della giusta mossa. A La Verità lo definisce “Un ulteriore passo verso un coinvolgimento diretto nella guerra, che reputo molto pericoloso”. Per quanto riguarda invece la Crimea, spiega: “È il vero obiettivo vitale per Mosca. La Russia – non solo Vladimir Putin – non può rinunciare alla Crimea, perché altrimenti dovrebbe rinunciare alla sua flotta nel Mar Nero. La stessa flotta che supporta Bashar Al Assad e che ha impedito interventi americani in Siria ai tempi di Barack Obama. Senza la Crimea, la Russia verrebbe espulsa dal Mediterraneo e separata irrimediabilmente dall’Europa, della quale fa parte”.



Proprio per questo, secondo il generale, “Non c’è alcuna possibilità che la Russia la ceda. Piuttosto, combatterà a oltranza. Gli interventi ucraini in Crimea rappresentano la volontà di rendere più virulento il conflitto. Da questo punto di vista, la Crimea è un interesse vitale anche per la controparte”. E per “controparte”, Bertolini intende gli Stati Uniti: “In realtà, mi riferisco agli Stati Uniti, che vogliono contrastare la presenza russa nel Mediterraneo”. Parlando di mediazione e negoziazione, a La Verità il generale spiega: L’Italia ha sempre esercitato una grande fascinazione. Poteva portare tutti attorno a un tavolo, come ai tempi di Silvio Berlusconi e di Pratica di Mare. Ma lo stesso vale per l’Europa: siamo di fronte a un conflitto tra due Paesi europei e compito dell’Europa doveva essere di spingerli a trattare. Purtroppo, al posto dell’Europa c’è l’Unione europea”.

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