Il cinema piange la scomparsa di Bertrand Tavernier. Il regista francese è morto oggi, giovedì 25 marzo 2021, all’età di 79 anni: la conferma è arrivata dall’Istituto Lumière, di cui Tavernier era presidente. Un altro doloroso addio per la settima arte, che perde uno dei suoi grandi esponenti del Novecento, nonché uno dei più premiati: numerosi i Cesar collezionati, senza dimenticare il Leone d’oro alla Carriera del 2015 sotto la direzione di Alberto Barbera.
Il cinema di Bertrand Tavernier è sempre stato connotato dalla passione e dalla rabbia, ma anche dalla denuncia. Il regista di Lione, ad esempio, non si è tirato indietro dal denunciare le violenze durante la guerra algerina, ma anche lontano dalla macchina da presa è sceso in prima linea per combattere il Fronte Nazionale e difendere i diritti dei migranti. Una combattività messa in campo anche per l’arte e per la cultura francese, con la lotta per il rispetto dei diritti degli autori.
ADDIO AL REGISTA DI “COLPO DI SPUGNA”
L’amore di Bertrand Tavernier per il cinema è sbocciato in tenera età: durante gli studi a Parigi ha frequentato assiduamente le cineteche, arrivando a fondare un cineclub per recuperare i film americani degli anni Quaranta e Cinquanta. Dopo aver lavorato come critico in numerose riviste specializzate, compresi i Cahiers du Cinéma, Bertrand Tavernier nel 1974 ha girato il suo primo lungometraggio, L’Horloger de Saint-Paul, seguito da Che la festa cominci… e Il giudice e l’assassino. Nel 1981 ha diretto uno dei suoi film migliori, Colpo di spugna, candidato anche al premio Oscar come miglior film straniero. Ma non possiamo dimenticare altre gemme come Mississippi Blues, Una domenica in campagna e Legge 627. Il suo ultimo lungometraggio risale al 2014, I segreti del Quai d’Orsay, premiato con un premio Cesar.