La preghiera e la riflessione in tempi difficili come quelli della pandemia da coronavirus hanno riscoperto una forza e una “necessità” di cui il mondo intero sembrava aver dimenticato: questo non significa certo che il Covid-19 «serviva per farci cambiare modo di vivere» come dicono alcuni, ma che nel momento di massimo dolore e sacrificio la presenza silenziosa ma potente del Dio Risorto può essere di grande aiuto e sostegno al popolo di ogni età ed estrazione, fragile e sofferente. Accade così che molti preti e religiosi si ritrovano in lunghe dirette social per momenti di preghiera e rosari, come richiesto dalla Chiesa e dallo stesso Papa Francesco: vi raccontiamo però oggi un fatto piccolo, forse sconosciuto ai più, ma che ci ha fatto riflettere. Mentre il giornalista cattolico e grande fedele della Madonna di Medjugorje Paolo Brosio recitava in diretta Facebook il Rosario nel giorno di Pasquetta per la Resurrezione di Gesù dopo la Passione, i commenti e le frasi che comparivano affianco del video ci lasciavano e lasciano completamente attoniti: bestemmie, insulti, dileggi, finte preghiere che si concludono in frasi choc e volgarità tra le più becere che si possano immaginare.



BESTEMMIE E INSULTI A PAOLO BROSIO IN DIRETTA FACEBOOK

Certo non siamo nati ieri e ben conosciamo come nel silenzio del web e nella “privacy” dietro allo schermo l’uomo arriva a sfoderare anche i suoi istinti più bassi e di per sé questo seppur dispiace, non scandalizza: il problema qui è un altro, ovvero un uomo semplice, particolare, spesso sopra le righe nelle sue convinzioni e credenze, ma impegnato in una preghiera alla Madonna e al Signore per salvare l’umanità del coronavirus venga trafitto da insulti e bestemmie totalmente gratuite. «Pensiamo a tutte le persone che fanno un sacrificio costante tutti i giorni e da due mesi per permettere ai cittadini di curarsi e tentare di guarire. Lo sconforto è tanto se si vedono i migliori virologi ed esperti al mondo non concordare praticamente su nulla per quanto riguarda la diffusione e il futuro di questo virus», raccontava Paolo Brosio all’inizio delle preghiere per il Lunedì dell’Angelo, non facendo minimamente conto degli insulti che gli comparivano affianco.



«Ricordati che devi morire», oppure «Quante volte di mas.. urbi al giorno?» o ancora i più irosi «Dov’è il tuo maledetto Dio davanti a tutti questi morti?”. Brosio però, non immune da colpe o peccati come tutti noi, continua sulla sua strada di preghiera e richiesta di salvezza facendo leva sull’unica “cosa” che possa salvare questo mondo, anche quello insultante e becero visto nei commenti: «mio pensiero va alle decine di sacerdoti, parroci, cappellani che vanno nelle case di cura degli anziani senza le giuste precauzioni per dare conforto e preghiere ai malati. Preghiamo per loro nel giorno in cui Gesù stupisce il mondo nella sua resurrezione. Lui è la nostra ancora e la nostra salvezza: ha vinto la morte Lui, mentre noi ci sforziamo a tentare di capire come sconfiggere questo virus, la situazione di oggi sfugge e l’unica speranza è poggiare sulla certezza di Lui che risorge».