Una preghiera social che si trasforma in una “calamita” di bestemmie e insulti: questo è successo a Brindisi negli scorsi mesi quando il parroco di San Giuseppe Lavoratore di Latiano aveva deciso di condurre la recita del rosario anche in diretta Facebook per raggiungere più fedeli possibili. Siccome la mamma degli imbecilli non solo è sempre incinta ma è anche assai fertile, l’impunità di chi sulla rete si permette di insultare in ogni modo si “conferma” anche questa volta: era da gennaio che il sacerdote aveva lanciato il rosario-social (che nulla c’entra con quello di Fiorello, sia ben inteso) ma tra i commenti durante lo streaming qualche “buontempone” ha pensato bene di riempire di improperi, insulti e feroci bestemmie contro tutto e tutti. Le visualizzazioni in diretta sono state moltissime e per questo ci si è accorti di quanto andava succedendo durante la diretta in video streaming: a quel punto scatta la denuncia con alcuni fedeli e lo stesso parroco che si rivolgono alla Procura con diverse segnalazioni.
LA PREGHIERA (SOCIAL) CHE DÀ FASTIDIO
L’indagine scatta e come riporta il Giornale i Carabinieri della Stazione di Latiano gli inquirenti riescono ad identificare 13 persone che hanno riempito di bestemmie la pagina pubblica sul rosario in streaming. La denuncia avviene per diffamazione e dalla disamina dei circa 900 commenti emerge ben altro: da quei profili è stato rinvenuto l’esatta provenienza ed età degli “odiatori” contro la preghiera collettiva. Hanno tutti tra i 18 e i 38 anni e provengono da diverse regioni d’Italia: «la pubblicazione di contenuti offensivi sulla bacheca Facebook costituisce una forma diffamatoria di comunicazione con più persone», spiegano ancora i carabinieri dopo aver indagato e individuato i 13 “furbetti” ora a rischio processo per diffamazione. La preghiera dà fastidio, magari in maniera superficiale, e “merita” così gli improperi e le bestemmie lanciate come noccioline: è un problema di rispetto, sicuramente, ma prima ancora di educazione. E quella, nonostante quelle 13 pagine siano state chiuse, non si risolve certo col “bannaggio” dalla rete..