Niente odio e rancore, ma neppure perdono da parte della famiglia di Fabio Tollis, una delle vittime delle Bestie di Satana. «Il mio perdono e quello della mia famiglia non l’avranno mai. Perché hanno ucciso mio figlio e per il modo in cui lo hanno ucciso». Michele Tollis ne parla a Quotidiano Nazionale a 25 anni di distanza dalla morte del figlio. Quella sera del 17 gennaio 1998 il figlio era uscito per una pizza con amici. Fu poi massacrato a mazzate e coltellate con una ragazza, Chiara Marino. Furono uccisi da amici che si trasformarono in una pseudo setta che si diede appunto il nome di Bestie di Satana. Assassini seriali e satanismi della provincia di Varese, sono stati anche responsabili di induzione al suicidio. Infatti, la sentenza definitiva del 2007 li ha considerati responsabili degli omicidi di Mariangela Pezzotta, Chiara Marino, Fabio Tollis e dell’occultamento dei cadaveri, oltre che del suicidio indotto di Andrea Bontade e di altri giovani. In seguito, sono emersi collegamenti con altri omicidi rimasti irrisolti commessi nella stessa zona.

Si arrivò a ipotizzare altri 18 collegamenti con casi di omicidio e di suicidio sospetti, ma non fu aperta nessuna nuova inchiesta, dunque le Bestie di Satana furono ritenute responsabili dei soli crimini sopraccitati. Il padre di Fabio Tollis inseguì per sei anni gli assassini, fino a quando riuscì a vederli in carcere. «Credo che, oltre a quelli arrestati, ce ne fossero altri». Dunque, sono stati individuati i responsabili materiali, ma altri potrebbero sapere, «erano al corrente che si stava preparando qualcosa di grave». Quando il figlio scomparve, Michele Tollis si mise alla ricerca, infatti fu chiamato “padre detective”. Ma le sue segnalazioni non vennero a lungo raccolte. «Un paio di volte hanno anche cercato di mettermi alla porta». Anche se è riuscito ad ottenere verità e giustizia, l’uomo non può essere felice.

PAPÀ FABIO TOLLIS “VOLEVANO INCONTRARMI MA IO…”

Ma neppure si sente soddisfatto Michele Tollis. D’altra parte, ha una famiglia di cui occuparsi, un nipote ad esempio, che ora ha l’età di quando lo zio fu ucciso. Ma il pensiero che alcuni dei membri delle Bestie di Satana siano liberi non lo turba. «Io, da italiano orgoglioso di esserlo, lo accetto. Non posso criticare la legge», spiega al Quotidiano Nazionale. Anzi, non può che essere soddisfatto del fatto di aver «consegnato alla legge chi ha ucciso Fabio». Quindi, la legge «ha fatto il suo corso». Il padre di Fabio Tollis rivela di aver incontrato Andrea Volpe in carcere. Era il 2006. «Mi interessava sapere se davvero esisteva quel “livello superiore” di cui si era parlato. Non è venuto fuori niente. È stato pesante da parte mia e credo anche da parte di Volpe. Lui aveva il viso del pentimento, ma nei suoi occhi non l’ho visto». Nell’intervista rivela per la prima volta di aver ricevuto una telefonata un paio di mesi fa da Mario Maccione. «Tu sei quello che sei e sarai sempre quello che sei. Per il bene mio, tuo e di tutti è meglio che le nostre strade non si incrocino mai», gli ha detto quando lo ha ricontattato per fargli sapere che non era interessato a incontrarlo. «Né lui né nessuno degli altri avrà mai il perdono, mio, di mia moglie, dei miei figli. Per quello che hanno fatto, per come lo hanno fatto. Fossero anche diventati santi nel frattempo». Il perdono è escluso. «Voglio morire con questa certezza».

BESTIE DI SATANA, L’OMICIDIO DI FABIO TOLLIS

Fabio Tollis era amico del gruppo, mentre Chiara Marino era l’unica ragazza stabilmente affiliata al gruppo. Altre giovani, infatti, si allontanarono dal gruppo in quanto turbate da rituali, violenze e minacce. Anche la Marino decise di uscire, per questo decisero di ucciderla. Dopo un primo tentativo non portato a termine, visto che Fabio Tollis manifestò l’intenzione di andarsene, il gruppo decise di uccidere anche lui. Il ragazzo, cantante e bassista di un gruppo heavy metal, si era unito solo per l’interesse per il genere musicale, lasciando intendere di non prendere sul serio i rituali. La notte del 31 dicembre 1997 le Bestie di Satana fecero in modo che Fabio Tollis e Chiara Marino si ritrovassero da soli in un’auto messa a disposizione da uno dei membri e posizionarono un petardo nel tubo di scappamento. La vettura esplose e prese fuoco lentamente, quindi i due ragazzi poterono scappare pensando addirittura di aver provocato loro l’incendio, lasciando a bordo un mozzicone di sigaretta acceso mentre facevano l’amore. Ma nel gennaio 1998 furono attirati in una trappola. Furono portati nei boschi di Mezzana Superiore, dove era stata scavata una fossa di quasi due metri. La ragazza venne uccisa a pugnalate, Tollis provò a difendere l’amica, ma venne sopraffatto a coltellate e ripetutamente colpito sul capo con una mazzetta da muratore. Gli fu infilato un riccio di castagno per soffocare le urla e inflitta una coltellata alla gola, poi le due vittime furono gettate nella fossa. I due cadaveri furono ritrovati ormai mummificati il 18 maggio 2004. Si scoprì poi che Fabio Tollis fu costretto a telefonare al padre per avvisarlo che non sarebbe rientrato a dormire.