Betlemme è il simbolo del cristianesimo, ma i non musulmani che vivono nella città dove venne alla luce Gesù sono appena l’1%. La comunità, come ricostruisce Il Messaggero, è sempre più minoritaria. Le persone che avevano la disponibilità economica per trasferirsi altrove, dall’Europa agli Stati Uniti, non hanno esitato a farlo. Le motivazioni sono ampie e variegate. Il conflitto israelo-palestinese e le sue persecuzioni rappresenta soltanto una faccia della medaglia, ma le conseguenze del fenomeno si ripercuotono soprattutto su di esso.



“Il fatto che i cristiani rappresentino ormai solo l’1% dell’area sta diventando un problema sistemico, considerando che hanno sempre avuto un ruolo fondamentale per stabilizzare la situazione generale”, ha commentato Luis Enrique Segovia, il frate Guardiano della basilica della Natività. “Io sono qui da sei anni e sono testimone di un repentino cambiamento. Il loro crollo numerico ha fatto affiorare il radicalismo di matrice islamica che purtroppo sta permeando tra la gente. Prima non era così evidente”.



Betlemme simbolo del cristianesimo, ma non musulmani sono 1%: il turismo scompare

La città di Betlemme, in questi ultimi anni, non soltanto ha dovuto fare i conti con le minacce derivanti dal conflitto israelo-palestinese, bensì anche con una terribile crisi a causa del Covid-19. La diffusione del virus a livello mondiale ha bloccato il turismo, che era una delle fonti primarie di sostentamento del Paese, portando a una disoccupazione diffusa. Adesso che la situazione è in miglioramento e il numero di pellegrinaggi è tornato a salire, però, la popolazione vede un barlume di speranza. “Il periodo di Natale ci induce a ben sperare visto che è una specie di termometro: dalle prenotazioni delle messe che sono state fatte immaginiamo che la situazione possa tornare a quella prima della pandemia”, ha aggiunto il frate.



Intanto, però, la piccola comunità cristiana che vive e ha delle attività sul territorio ha dovuto imparare a convivere con quella islamica. È il caso dell’Ospedale della Santa Famiglia gestito dall’Ordine di Malta, in cui funziona un reparto di maternità dotato di un avanzato reparto di terapia intensiva neonatale. “Nel 2021 hanno visto la luce 4600 neonati e sono state garantite 30 mila consultazioni ginecologiche”, ha rivelato un medico. La maggior parte delle pazienti, ovviamente, sono musulmane.