Non solo referendum sulla giustizia nell’intervista che Goffredo Bettini ha concesso al Corriere della Sera. Tra i principali ideologi dell’alleanza “strutturale” fra Pd e Movimento 5 Stelle, Bettini ha rivendicato le sue posizioni: “Ho difeso fino all’ultimo il governo Conte II perché ha fatto bene al Paese; preparando anche una prospettiva politica e di alleanze competitive rispetto ai nostri avversari. Non mi pento affatto di quella mia scelta politica. Ha fermato la destra e diviso il populismo. Anzi: osservo che al di là delle chiacchiere, il nostro rapporto con il movimento di Conte è inevitabile ancora oggi. Non ci sono alternative credibili. Ma non ho mai inteso questa linea come subalternità e rinuncia del Pd ad alzare le proprie bandiere. Lo abbiamo fatto sull’Europa. Sulla scienza. Sull’impostazione delle politiche economiche e sociali, grazie a Gualtieri. Sull’autonomia del nostro pensiero garantita dalla direzione di Nicola Zingaretti“.



BETTINI E L’ALLEANZA PD-M5S

A chi gli fa notare che il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte abbia delle posizioni nettamente diverse su un tema a lui caro com’è appunto quello della giustizia, Bettini replica: “Se ci sono ora forti differenze tra me e il Movimento 5 stelle sul tema della giustizia avremo modo di confrontarci. Con lealtà ma senza sconti. Non ho mai creduto alla propaganda. Amo il dialogo che cambia reciprocamente chi lo accetta“. Bettini preferisce guardare il lato positivo di questa intesa: “Siamo vicini alle elezioni amministrative delle grandi città, un appuntamento importantissimo. A Napoli e a Bologna andiamo insieme al Movimento 5 Stelle. Su candidati di estremo valore: Manfredi e Lepore. A Roma non si è riusciti per un nostro giudizio negativo sulla sindaca uscente Virginia Raggi. Ma Gualtieri si sta muovendo con un’autorevolezza e una competenza che davvero parlano all’insieme dell’elettorato romano, al di là degli steccati partitici“.

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