“Ideologo”, “deus-ex-machina”, ”uomo-ombra”: sono tante le definizioni che i giornali in questa assai bizzarra crisi di Governo hanno conferito a Goffredo Bettini, uomo-ovunque del Partito Democratico e tra i principali punti di unione del Governo giallorosso tra Zingaretti, Grillo e Conte. Nell’ennesima intervista (questa volta al Corriere della Sera) nel giro di poche settimane, il carico di “stabilità” viene portato da Bettini quasi a “conferma” della frenata giunta nella notte sull’asse Conte-Renzi-Quirinale: «Conte ha ribadito la sua volontà unitaria. Si sono compiuti passi in avanti decisivi sul Recovery plan. Approvato questo provvedimento importantissimo per la vita degli italiani, si tratta di stabilire un accordo solenne, vincolante e chiaro circa le priorità di un programma di fine legislatura».
Tradotto, niente rimpasto ma con ogni probabilità un “Conte-ter” con squadra e programma di Governo “rivoluzionate”: «I passaggi da compiere per raggiungere l’obiettivo li decideremo insieme. Innanzitutto con Conte e rispettando la sensibilità del presidente Mattarella. Uomo di grande saggezza». La ‘moral suasion’ del Colle sembra aver agito al momento su Italia Viva, con soddisfazione di Bettini e di tutto il Pd: «Vuole dei cambiamenti. E questo può andar bene. Li ha sollecitati anche il Pd. Ma poi mette in campo una quantità di proposte (alcune del tutto impossibili, fuori misura o fuori contesto) che sembrano voler più demolire che ricostruire. E lo fa con troppa arroganza. Tuttavia, sono fiducioso e spingo per andare a vedere, sotto la “scorza”, qual è la “polpa” che lo muove veramente».
BETTINI: “LEADER NEL GOVERNO SAREBBERO UNA GARANZIA”
Secondo Bettini questo non è il tempo di «rottamare» ma di «ripartire per ricostruire»: il consigliere di Conte e Zingaretti lancia la “linea” per scongiurare la crisi di Governo, mandando un altro messaggio a Renzi che pure tramite Bettini ha fatto pervenire alla Stampa la “lettera” sui 30 punti da attuare nel Governo dopo le potenziali dimissioni del Premier. «Non credo si possa sostituire Renzi con un gruppo di responsabili. Anche se ritengo utile interloquire in particolare con quella parte liberale di Forza Italia che in questi giorni ha posto questioni politiche con grande responsabilità e intelligenza», spiega ancora Bettini al Corriere della Sera. Conte resta il leader sul quale proseguire nella maggioranza giallorossa, «Ha lavorato bene e il Pd lo sostiene con il suo profilo autonomo, ma con la massima convinzione. È per noi un punto di equilibrio imprescindibile. Altri scenari non ci appartengono». Ma per Bettini utile sarebbe l’ingresso anche degli altri leader del Centrosinistra (Zingaretti, Di Maio, Renzi) nella squadra di Governo “prossima” (dunque sdoganando l’ipotesi del Conte-ter): «Un governo più politico è una garanzia per la stabilità dello stesso Conte. A condizione che prevalga un sentimento di lealtà e di solidarietà per una impresa comune. Se c’è questo si può fare tutti».