L’intervista di Goffredo Bettini al “Corriere della Sera” è diventata ormai un “must” della politica italiana, specie da quando nel Governo Conte-2 si è fatta largo l’idea di una possibile alleanza permanente tra il M5s dell’avvocato pugliese e il Partito Democratico: l’ideologo prima di Zingaretti e ora di Letta, nonostante il fallimento del Conte-3 ha sempre rivendicato la necessità del Centrosinistra di federarsi tra Pd e M5s per poter contrastare alle prossime Elezioni politiche gli avversari del Cdx.
Ora però stanno per arrivare le Amministrative (3-4 ottobre) ma il piano di Bettini resta il medesimo, seppur non sia stato praticamente calcolato in nessuna grande città al voto: «Il voto di ottobre è importante per la politica nazionale, ma soprattutto per i cittadini dei luoghi in cui si vota. Detto questo, la prova vera per Letta saranno le prossime elezioni politiche. Per quanto mi riguarda, con la mia autonomia e le mie idee, fino a quella data lo sosterrò e aiuterò senza alcuna riserva. E poi vedrà: il risultato delle Amministrative rafforzerà il segretario». Bettini prova a tirare la “volata” a Gualtieri per le Comunali di Roma, anche se l’incrocio con Raggi, Calenda e Michetti sarà tutt’altro che facile per l’ex Ministro dell’Economia.
IL FUTURO DEL CENTROSINISTRA È CON CONTE?
La strategia dell’alleanza, sebbene incardinata a livello nazionale, non sta tenendo affatto a livello locale ma di questo al momento Bettini non sembra preoccuparsene più di tanto: «Il rapporto politico vincolante e stretto tra il Pd e i 5 Stelle era indispensabile per rendere più salda ed efficace l’azione comune del governo Conte II. Lo rivendico pienamente. E l’ho perseguito fino all’ultimo nell’interesse nazionale. Ora lo scenario è totalmente cambiato. In prospettiva continuo a non vedere altra possibilità che l’alleanza tra il Pd e Conte, per competere con la destra». Rivendica l’alleanza con il M5s contiano, ma nello stesso tempo invita a non votare Raggi a Roma e anzi reputa il voto a Calenda un favore alla sindaca uscente: «Un risultato positivo cambierebbe anche l’intero clima politico italiano. Ci darebbe anche più coraggio nell’azione di governo. Letta e la nostra delegazione stanno difendendo le nostre idee, per includere nella ripresa nazionale i ceti meno abbienti e le grandi masse lavoratrici. Questo dà fastidio». Se Draghi è garanzia della tenuta del Governo, conclude Bettini, il Pd assicura «il futuro di alternativa al populismo e al sovranismo», contro i «poteri forti» (sebbene Bettini non li specifichi affatto, ndr).