Goffredo Bettini firmerà 3 referendum sulla giustizia. Una scelta, quella dell’ex braccio destro di Walter Veltroni, che scuote le fondamenta del PD. Intervistato dal Corriere della Sera, l’ex consigliere di Nicola Zingaretti ai tempi della sua segreteria, ha spiegato la sua posizione: “Il Pd sulla giustizia ha lavorato in Parlamento con competenza e lealtà per approvare la legge Cartabia; che per le garanzie e le regole del processo penale è un netto passo in avanti. Tuttavia, c’è ancora molto da fare per una riforma organica della giustizia civile e penale. Credo, che la mia posizione sul referendum possa aiutare un cambiamento profondo della nostra giustizia “malata”“. Ad animare la scelta di Bettini è anche un vissuto di tipo personale: “Mio padre è stato un grande avvocato penalista. Repubblicano e libertario. Ho conosciuto tanti suoi colleghi con diverse opinioni politiche ma con la medesima passione umana nel contrastare possibili errori o irrimediabili ferite. Nicola Madia, Luciano Revel, Franco De Cataldo, Enzo Trapani. E molti altri. Quel clima mi è rimasto nell’animo così come il terribile momento della “sentenza”, quando degli esseri umani hanno in mano il destino di altri esseri umani“.
GOFFREDO BETTINI: “SALVINI? ASSURDO RINUNCIARE ALLE PROPRIE IDEE PERCHE’ LUI STRUMENTALIZZA REFERENDUM”
Forse è proprio questa sensibilità che ha spinto Bettini a selezionare solo alcuni dei referendum promossi dal Partito Radicale e dalla Lega di Matteo Salvini: “Non firmerò i referendum che riguardano direttamente i magistrati in quanto persone. Alla magistratura la Repubblica deve tantissimo. Hanno versato il loro sangue e taluni si sono comportati da eroi. Per questo non condivido una rivalsa diretta verso di loro quando sono accertati errori o danni. Si potrebbe creare una condizione di intimidazione che rende più incerto l’accertamento delle responsabilità. Il risarcimento va garantito in altre forme“. Da un punto di vista politico, Bettini giudica “assurdo pensare di rinunciare alle proprie idee perché Salvini strumentalizza il referendum. Lui e il suo partito hanno inneggiato al cappio nelle aule parlamentari. La sinistra deve essere critica, innovativa, moderna, ma anche libertaria. Si: libertaria. Non per una libertà egoista e priva di responsabilità. Ma per tutelare gli esseri umani in qualsiasi condizione essi si trovino. Uguaglianza e libertà: dentro tali confini si deve muovere il Pd. Assist a Renzi? Non mi preoccupa affatto se talvolta sono d’accordo con Renzi. Mi dispiace, al contrario, quando egli polemizza pregiudizialmente con il Partito democratico e manovra in modo confuso ammiccando anche alla destra“.
BETTINI E L’INVITO A LETTA AD APPOGGIARE I REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA
Bettini, di fatto, invita dunque Enrico Letta a trovare il coraggio per schierarsi a favore dei referendum: “Vede, sto apprezzando sempre di più la sobrietà, ma anche il coraggio su tanti temi, del segretario Enrico Letta. Sul fisco, i giovani, la legge Zan. E condivido la sua idea di un partito plurale e aperto al confronto. Purché sia sincero. I referendum sono il terreno privilegiato per esprimere un orientamento fondato principalmente sulle convinzioni più profonde che guidano la tua coscienza“. E a domanda, se si consideri un ultrà del garantismo, Bettini risponde: “Non sono affatto per l’impunità. Sono, tuttavia, per arrivare alla verità processuale nel rispetto più totale delle regole e di una prospettiva profondamente umana. La condizione delle carceri è in troppi casi terribile. La carcerazione preventiva spesso ingiustificata. La prescrizione sine die, ora corretta in Parlamento, è angosciante per gli imputati e per le vittime. Se lo Stato in un arco lungo ma ragionevole di anni non riesce ad arrivare ad una sentenza definitiva, non possono pagare le singole persone. Devastate nelle loro esistenze“.