«Renzi è un sicario» mandato contro Giuseppe Conte ma i «mandanti al momento sono salvi» (e anonimi): inevitabile la bufera contro Goffredo Bettini dopo l’intervista-colloquio di oggi sul Fatto Quotidiano che ha portato poi in mattinata alla smentita ufficiale su Facebook per quelle parole da lui ritenute «mai nominate». Ma proviamo a riavvolgere il nastro per capire cosa abbia portato alla polemica politica del giorno in casa dem, con l’ideologo e consigliere di Nicola Zingaretti – tra i principali sponsor assieme a Franceschini e allo stesso Segretario per l’alleanza Pd-M5s-Leu con Giuseppe Conte leader – contestato per quelle parole riportate dal Fatto.
«L’alleanza tra Pd, Cinquestelle e Leu è intatta e ora ha anche una nuova prospettiva con la presenza di Conte. Si confonde il cannone con la pistolettata, la deflagrazione con la fiammata della bombola del gas. Siamo di fronte alla pistolettata. E presto chi ha impugnato quell’arma si vedrà estromesso da ogni gioco perché nessuno si fiderà più di lui», avrebbe raccontato Bettini al giornalista Antonello Caporale. Qui il passaggio “incriminato”, ovvero quando definisce Renzi il “pistolero”, anzi «il sicario», specificato poi dal giornalista «lo definisce così con gli intimi che in queste ore continuano a riflettere sul tempo del cordoglio che il cocciuto Goffredo interpreta invece come la premessa della palingenesi».
BUFERA SU BETTINI, POI LA SMENTITA
Resta il dubbio su chi possa essere il vero “mandante” della pistolettata di Italia Viva contro il Governo Conte-2 (e pure il Conte-ter), ma rapidamente per Bettini la problematica di queste presunte dichiarazioni si allarga a tutto l’alveo del Centrosinistra. Dure le critiche e le condanne anche all’interno dello stesso Pd per il membro della Direzione Nazionale dem: a questo punto la smentita, inevitabile, arriva e su Facebook Bettini scrive «Dispiace che da una conversazione telefonica informale, occasionale e volta, come mi era stato detto, a costruire un mio profilo strettamente personale sia venuto fuori una sorta di ritratto-intervista non troppo benevolo nei miei confronti (ma questo ci sta) insieme a frasi virgolettate nei riguardi di Matteo Renzi che mai ho dichiarato. Dispiace, anche perché Antonello Caporale è un bravissimo giornalista con il quale intrattengo da anni una amicizia».
L’ideologo del Pd racconta che sì con Renzi non c’è alcuna stima politica, «dopo la crisi da lui provocata, ho un dissenso politico molto forte. Ma mai, sottolineo mai, mi sono lasciato andare, in tutte le mie esternazioni pubbliche, ad attacchi personali e a forme di odio politico. Né il mio stile di comportamento ha potuto incoraggiare qualcuno a perseguire la strada dell’insulto e del disprezzo, abbandonando quella di un confronto anche aspro ma esclusivamente politico». Resta il punto – non smentito da Bettini – sugli eventuali “mandanti” di una crisi di Governo come quella generata da Matteo Renzi: lo fa notare il giornalista de La Stampa Jacopo Iacoboni «Oggi Bettini sul Fatto quotidiano parla di “sicario” (Renzi) e “mandanti”, con un linguaggio orribile e violentissimo. Queste non sono assolutamente parole da democratico, ma a parte questo, Bettini: chi sarebbero i “mandanti”?».