Oggi, dopo una lunga malattia, è morto a 59 anni Biagio Conte, conosciuto come il “San Francesco di Palermo”. Dopo aver lasciato tutto, il missionario aveva dedicato la sua intera vita ad aiutare i poveri, vivendo in condizione di quasi totale povertà, fondando la cittadella dei poveri, la Missione di speranza e carità. L’arcivescovo del capoluogo siciliano, monsignor Corrado Lorefice, nei giorni scorsi aveva fatto visita a Biagio. Dopo la scomparsa ha invitato a “raccogliere il testimone di un esempio così fulgido. La sua vita, segno per l’intera città degli uomini, manifesta la fede in Dio alimentata dal Vangelo, la speranza vissuta nella radicale povertà e la carità senza limiti che contribuisce alla trasfigurazione della convivenza umana a partire dai più poveri”. I funerali del missionario saranno celebrati in Cattedrale martedì prossimo, alle 10.30, proprio da monsignor Lorefice. Il sindaco ha inoltre proclamato lutto cittadino nel giorno dei funerali.
Biagio Conte è morto: era malato da tempo
È morto oggi all’età di 59 anni, Biagio Conte, quello che da molti era stato ribattezzato il “San Francesco di Palermo”. L’uomo, malato da anni, aveva deciso, proprio come il famoso Santo di Assisi, di lasciare gli agi, la sua condizione, la famiglia e l’impresa edile del padre, per dedicare la propria vita ad aiutare i poveri, vivendo lo stesso quasi in totale povertà. Fu così che 30 anni fa aveva deciso di fondare la cittadella dei poveri, la Missione di speranza e carità, proprio ispirandosi a San Francesco. “La Missione – aveva raccontato Biagio Conte, come ricorda oggi l’agenzia Agi – nasce dall’esperienza profonda di chi ha incominciato a cercare la verità, la vera libertà e la vera pace, distaccandosi dal mondo materialistico e consumistico. Stanco e dalla vita mondana che conducevo, ho sentito nel cuore di lasciare tutto e tutti; me ne andai via dalla casa paterna il 5 maggio 1990, a 26 anni, con l’intenzione di non tornare più nella città di Palermo, perché questa città e società mi avevano tanto ferito e deluso”.
Biagio Conte aveva deciso di diventare il missionario di Palermo senza alcuna esperienza precedente, e aveva raccontato così la sua ‘chiamata’: “Dopo l’arrivo ad Assisi, davanti la tomba di San Francesco, nei luoghi dove il Santo ha dedicato e donato la sua vita, sentii nel mio cuore di vivere la mia vita da missionario. Ebbi una reazione impulsiva, volevo andare in Africa o in India, e invece mi sento riportare nella città dove non volevo più tornare, Gesù ha voluto che la Missione nascesse proprio nelle strade di Palermo; partendo dalla stazione centrale tra i vagoni e le sale d’aspetto, angoli di strada, marciapiedi, panchine dove tanti fratelli dormivano e passavano intere giornate tra l’indifferenza più assoluta”.
BIAGIO CONTE, MORTO SAN FRANCESCO DI PALERMO: “INIZIA COSI’ LA MIA MISSIONE”
Dopo l’esperienza alla stazione centrale di Palermo, Biagio Conte decise quindi di non ritornare più a casa dei genitori, ma di condividere la sua vita con gli ultimi: “Inizia così la Missione che sentii di chiamare Missione di speranza e carità. Si scopre un progetto di Dio sconvolgente, ricco di Speranza e Carità, che a distanza di quasi trent’anni dal suo nascere ha coinvolto e continua a coinvolgere uomini e donne di ogni ceto sociale, anche capaci di cambiare radicalmente il loro modo di vivere per diventare missionari e missionarie della speranza e della carità, per operare nei luoghi di emarginazione delle grandi metropoli”. In queste ore sono molti coloro che stanno ricordando sui social questa figura molto importante, a cominciare dagli amici palermitani.