Ospite questo pomeriggio di Caterina Balivo nel salotto tv di “Vieni da me”, la giornalista ed ex mezzobusto Bianca Berlinguer, diventata negli ultimi tempi uno dei volti più noti del servizio pubblico grazie alla sua conduzione sopra le righe e mai banale, ha parlato della sua vita privata e come era prevedibile uno dei passaggi più interessanti ha riguardato il suo ricordo del papà Enrico, storico segretario del Partito Comunista Italiano e morto prematuramente nel 1984 a seguito di un ictus che li colpì durante un comizio. “Mio padre girava sempre con la scorta” ha ricordato la figlia Bianca, tornando su un tema che oggi è molto d’attualità, dato che quelli erano gli anni del terrorismo e uno dei politici più in vista non poteva fare un passo senza quegli angeli custodi al seguito. “Anche per questo lui è stato presente per come poteva, la politica lo teneva lontano dalla famiglia ma certo non è stato meno presente dei padri delle mei amiche” ha precisato Bianca Berlinguer. Particolarmente toccante in tal senso è un aneddoto che riguarda una corsa in motorino assieme al genitore per andare alla scuola dei fratelli e in cui la giovane Bianca ebbe la cognizione di cosa significasse avere sempre la scorta sotto casa. (agg. di R. G. Flore)



“MI PENTO SOLO DI AVERE UN’UNICA FIGLIA”

Bianca Berlinguer, volto di Cartabianca dove si occupa prevalentemente di famiglia, sfoglia l’album di famiglia a Vieni da me subito dopo la cassettiera di Nicola Pietrangeli. Prima di conquistare il suo posto nel mondo del giornalismo, la Berlinguer ha fatto una lunga gavetta. “Con minoli ho fatto la vera gavetta. Quando ho deciso di fare la giornalista non pensavo di fare la televisione. Poi, nel 1985, ho conosciuto Minoli che cercava quattro ragazzi giovani per la sua redazione. Ho cominciato a lavorare con lui e la gavetta fatta è stata un grande privilegio perchè ho conosciuto i dettagli della televisione. Come tutti i capi era piuttosto severo”, racconta che poi svela di essere diventata la persona che è oggi grazie a Sandro Curzi che, al Tg3 non ha mai voluto il gobbo, cosa che hanno mantenuto tutti gli altri direttori, compresa la stessa Berlinguer che ritiene come non avere il gobbo permetta al giornalista d’intervenire senza pressioni in diretta. La giornalista, poi, parla di Marcella, una donna che era nata nel corpo di un uomo e che si sentì finalmente vita solo dopo l’operazione che le permise di cambiare sesso. Una storia che è diventata poi il libro “Storia di Marcella che fu Marcello”.



BIANCA BERLINGUER: “MIO PADRE ERA PRESENTE COME POTEVA”

Bianca Berlinguer, poi, racconta il rapporto speciale con il padre Enrico. “E’ stato un uomo molto impegnato e dedito alla causa della politica, ma noi sapevamo che dopo c’eravamo noi. Io non ho visto i padri delle mie amiche dedicare più tempo rispetto a quello che lui ha dedicato alla sua famiglia anche se te ne rendi conto da adulta. Cercava di essere presente come poteva”, spiega. Poi racconta un episodio particolare:“erano gli anni del terrorismo e non poteva fare un passo senza la sua scorta. Io tornavo da scuola e l’ho trovato sotto casa da solo. Mi ha chiesto di accompagnarlo alla scuola dei miei fratelli e andammo in motorino. La cosa divertente è stata quando siamo tornati a casa e abbiamo trovato la scorta preoccupatissima”. “Le tue amiche come lo vedevano?”, chiede Caterina Balivo. “Loro lo vedevano come il padre della loro amica”, aggiunge la Berlinguer che spiega come, d’accordo con la madre e i fratelli ha sempre cercato di proteggere il privato del padre come lui stesso desiderava. Bianca, poi, mamma di una figlia, racconta il suo rammarico: “mi pento di aver avuto solo una figlia. Se potessi tornare indietro farei il secondo figlio”, confessa.

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