Bianca Berlinguer prende le distanze dai colleghi che hanno deciso di non dare spazio nei loro programmi tv a no vax e no green pass. «Il pluralismo dell’informazione è un bene primario», ha dichiarato nella puntata di ieri di Cartabianca. Una premessa che la conduttrice ha voluto fare prima del talk dedicato alla pandemia Covid, in virtù della discussione pubblica che c’è da giorni. «C’è stata qualche polemica nei giorni scorsi a proposito dell’opportunità o meno di dare spazio nel dibattito televisivo alle posizioni contrarie al vaccino e al green pass», ha esordito Bianca Berlinguer. Quindi, ha precisato che la sua trasmissione «da sempre è stata chiara ed esplicita nel sostenere le opzioni e le politiche fondate sulle evidenze scientifiche e dunque favorevoli ai vaccini».



D’altra parte c’è la consapevolezza che esiste una parte della società, «certamente minoritaria, che per le ragioni più diverse rifiuta di vaccinarsi e contesta il green pass». Quindi, per Bianca Berlinguer il ruolo dell’informazione «e tanto più del servizio pubblico, secondo noi, è quello di consentire anche a queste voci di esprimersi», non solo per una questione di pluralismo dell’informazione, ma anche perché tale confronto tra le diverse posizioni «consente a quelle basate su fondamenti scientifici di essere maggiormente convincenti nei confronti di chi dubita o di chi più semplicemente ha paura delle conseguenze del vaccino».



NO VAX IN TV? ANCHE GILETTI CONTRO MENTANA

Bianca Berlinguer quindi tira dritto: «Così abbiamo fatto finora e così continueremo a fare in futuro», ha dichiarato a Cartabianca, che era tra i programmi finiti nel mirino nei giorni scorsi dopo il post pubblicato da Enrico Mentana. Il giornalista si era detto orgoglioso di non aver mai ospitato nel tg di La7 alcun esponente dei no vax. Parole che sono state lette anche come un attacco ai programmi della sua stessa rete come Non è l’Arena, Di Martedì, PiazzaPulita e L’Aria che tira. Oltre a quella di Bianca Berlinguer, c’è stata anche la replica di Massimo Giletti tramite La Stampa: «Non credo che Mentana sia un fascista eppure quando CasaPound lo ha invitato, lui ci è andato. Io, invece, no, sebbene da inviato avrei potuto farlo». Il riferimento è alla partecipazione del giornalista ad un confronto che si è tenuto a Roma il 29 dicembre 2017 con Simone Di Stefano, leader del movimento neofascista.



«Io non censuro. Io contrasto questo metodo. Sono un anarchico di questo mestiere e porto nel mio programma ogni forma di contraddizione. Non censuro, faccio domande scomode per smascherare le fake. (..) Sono contrario a portare in tv solo il pensiero mainstream. Bisogna ascoltare tutte le voci è importante che una trasmissione dia spazio anche a chi la pensa diversamente da me ma come 8 milioni di persone No Vax e No Green Pass», ha concluso Massimo Giletti.