Sono accuse molto pesanti quelle che la velocista britannica Bianca Williams ha rivolto alla polizia londinese, Scotland Yard, accuse di razzismo. La stessa Williams, accusa infatti gli agenti di averla fermata nella capitale inglese, trascinata fuori dall’auto, ammanettata e perquisita per circa 45 minuti. L’episodio, come riferiscono i colleghi dell’Huffington Post, risale alla giornata di sabato scorso 4 luglio, quando la medaglia d’oro nella staffetta 4X100 del Commonwealth e agli Europei, è stata appunto bloccata dalla polizia in compagnia del suo fidanzato, il velocista portoghese dei 400 metri Ricardo Dos Santos, nonché il loro figlio di soli tre mesi. Secondo quanto sostenuto dalla polizia, la macchina con a bordo la famiglia stava procedendo sul lato sbagliato della carreggiata, inoltre, non si sarebbe fermata all’alt intimato dagli stessi agenti.
BIANCA WILLIAMS: “E’ SEMPRE LA STESSA STORIA…”
Una volta fermati, i poliziotti avrebbero trascinato fuori dall’auto la Williams e il compagno, e poi sarebbero stati ammanettati. Dopo di che sarebbero stati intrattenuti per una perquisizione per circa 45 minuti e poi, appurato che tutto fosse in ordine, i due sarebbero stati lasciati andare dalla polizia. La notizia ha avuto un certo eco ed è stata ripresa anche negli Stati Uniti (precisamente dal Washington Post), una nazione dove il problema razzismo è senza dubbio più sentito che in altre zone del mondo. Il campione olimpionico di Barcellona 1992, Linford Christie, coach della coppia, ha deciso di rendere pubbliche le immagini del fermo dei due, pubblicandole online, e in breve tempo hanno fatto il giro del web. “Sempre la stessa cosa con Ricardo – le parole della Williams al Times -. Pensano che stia guidando un auto rubata o che abbia fumato cannabis. E pensano che sia sospetto che una persona di colore guidi una bella auto in certe zone: come minimo deve far parte di una gang. È un pregiudizio razzista, il modo in cui gli parlano, come se fosse una feccia. È sconvolgente, disgustoso da guardare”.