Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha rilasciato un’intervista pubblicata sulle colonne del quotidiano “Il Messaggero” in edicola lunedì 15 agosto 2022 e al cui interno traccia un bilancio della sua esperienza di ministro: “In poco più di un anno abbiamo investito oltre 10 miliardi di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza, rispettando tutte le scadenze – ha asserito –. […] Abbiamo riformato gli Istituti tecnici superiori che danno lavoro all’89 per cento dei diplomati: sono necessari per la nostra economia, il Paese non lo sa abbastanza. Abbiamo aperto le scuole d’estate. Se ne parlava da decenni: lo abbiamo fatto”.
Bianchi ha inoltre rimarcato come il Miur abbia assunto 60mila insegnanti nel 2021, ai quali andranno sommati quelli che sono attualmente in fase di assunzione, e che è stata condotta a termine la riforma del reclutamento e della formazione, offrendo percorsi chiari per arrivare alla cattedra, mettendo la formazione iniziale e continua degli insegnanti al centro della loro vita lavorativa. Sono poi state velocizzate tutte le procedure di assunzione e per la contrattualizzazione dei supplenti.
PATRIZIO BIANCHI: “GLI AERATORI NON SONO RISOLUTORI NEI CONFRONTI DEL CONTAGIO”
L’unico rammarico che il ministro Bianchi ha confidato di avere nell’intervista a “Il Messaggero” consiste nel fatto che “non ci è stato dato il tempo di portare a compimento questa strategia complessiva e integrata della scuola dal digitale, alla formazione, alla valorizzazione economica dei docenti, alla lotta alla dispersione, al rinnovamento della didattica, verso una scuola ‘aperta inclusiva e affettuosa’. Ora la vera sfida fino al 2026 è spendere bene i fondi del Pnrr. Il lavoro è impostato”.
Tra le sperimentazioni più discusse c’è quella del liceo di soli quattro anni, che però, tiene a precisare Bianchi, nuova non è, anzi: “È in atto da anni e fa uscire un anno prima i nostri studenti da scuola come già succede in altri Paesi. Sono classi, non solo di liceo, ma di ogni tipologia di indirizzo, in cui si fa molta sperimentazione didattica. Ho visto questi studenti, sono motivati. Stiamo sperimentando, vedremo poi i risultati e il Paese avrà gli strumenti per decidere”. Infine, la domanda immancabile sul Coronavirus: perché non si è investito sul ricambio d’aria? Il ministro Bianchi ha risposto che “le linee guida dell’ISS considerano gli impianti di aerazione una misura integrativa rispetto alle procedure già consolidate e comunque non risolutori nei confronti del contagio”.