Gesto di stizza da parte del ministro dell’istruzione, Patrizio Bianchi. Intervenendo oggi presso l’evento organizzato al quotidiano Repubblica “La Repubblica delle idee”, il titolare del Miur ha risposto con tono deciso ad una domanda da parte di una madre che chiedeva delucidazioni sulle classi pollaio in vista del nuovo anno scolastico, lamentando il fatto che nella classe di suoi figlio vi fossero ben 29 alunni. “Classi pollaio? Io non sono né Harry Potter né Albus Silente, stiamo lavorando parlando con le scuole e gli uffici scolastici regionali, ci stiamo lavorando tutti insieme perché la teoria del ‘cosa fate voi’ ha sempre deresponsabilizzato tutti. La responsabilità politica è mia e me la sto prendendo, ma siamo arrivati da 5 mesi e abbiamo ereditato 30 anni di problemi. Ma, attenzione c’è anche il problema opposto, quello delle classi vuote. Ci sono comuni dove non si riescono a formare le classi prime”.



Quindi, sempre parlando delle classi pollaio, Bianchi ha precisato: “La legge per eliminare le cosiddette classi pollaio, si farà, la farà il Parlamento, il Ministero delle Finanze cerca le coperture. Sicuramente si farà. Il governo si è impegnato nel Pnrr sulla numerosità delle singole classi e sul dimensionamento degli edifici scolastici. È una delle riforme che ci è stata chiesta”.



BIANCHI: “STO LAVORANDO GIORNO E NOTTE PER IL RITORNO IN AULA”

L’obiettivo basilare deve essere comunque quello di ripartire in presenza fin da settembre: “Sto lavorando giorno e notte, facciamolo insieme. La scuola deve tornare in presenza, deve essere molto più aperta di quella prima, deve essere una scuola di affetti. Dobbiamo educare agli affetti, e in questo ricade anche il sesso, fa parte della nostra vita”.

Poi il ministro Bianchi non disdegna qualche critica: “La ripartenza deve avere al centro la scuola, ma non è un discorso banale questo, visto che la scuola non è mai stata al centro del Paese. In questi mesi ho visto una quantità incredibile di sperimentazioni, di esperienze di “scuola nuova”: non siamo ancora stati capaci di farla diventare sistema. Capacità critica, curiosità, lettura, sono alcuni dei valori su cui fondare il futuro in classe. Per me la scuola deve avere tre caratteristiche: saper usare gli strumenti dell’epoca, e non essere usata da essi; comprendere, non solo apprendere; fare comunità, un tema fondamentale”. Clicca qui per il video di Bianchi